(WSC) Roma – Marco Ottolini promuove una campagna per il conto delle vittime, perché è convinto, e i dati lo dimostrano, che c’è qualcosa di strano nei numeri dei decessi per il COVID-19.
LETTERA APERTA ALLE AUTORITA’ TUTTE:
Annunciamo oggi la costituzione del comitato IoConto e il rilascio al pubblico, in forma di open data, di una piattaforma per la raccolta e l’elaborazione di dati pubblici relativi alle morti causate della pandemia Covid19. Il comitato è aperto a tutti i cittadini, gli amministratori pubblici, gli operatori e i decisori che vogliano distribuire o utilizzare i dati.
In Italia e nel Mondo abbiamo di fronte un futuro incerto.
Perché questo futuro possa essere indirizzato in senso positivo, è necessario che si prendano ora decisioni basate sulla analisi di dati completi, verificati e che siano stati raccolti in modo omogeneo. Un percorso complesso, che unisca all’autorevolezza delle fonti le capacità che solo l’intera comunità nazionale — e oltre — può mettere a disposizione.
Circolano molti dati relativi alla diffusione delle infezioni, ospedalizzazioni e decessi causati dal virus SARS-Cov-2.
IoConto vuole fornire, a tutti gli enti e anche a singoli individui, un sistema semplice da usare, efficiente, pubblico per raccogliere i dati, normalizzarli e distribuirli a chiunque ne abbia bisogno al fine di disegnare scenari, prendere decisioni oculate e informare.
Le origini di ioConto e i primi dati
L’iniziativa è nata a margine di una riunione di startupper milanesi e ha trovato vigore nel lavoro di Luca Foresti, dei giornalisti Isaia Invernizzi dell’Eco di Bergamo e Laura Almici e Giovanni Pizzocollo di BresciaToday, tra i primi ad aver informato il grande pubblico di una mancata corrispondenza tra dati rilevati localmente e dati prodotti dalle istituzioni centrali.
Abbiamo provveduto a raccogliere i dati pubblicati dall’Istat e dalle testate Eco di Bergamo e Brescia Today e a produrre un dataset pubblico di 1143 comuni, relativamente alla mortalità causata dal virus SARS-Cov-2. Nel caso dei dati Istat è calcolata confrontando la mortalità dei primi 21 giorni del mese di marzo 2020 con la media dei cinque anni precedenti. Il dataset è reperibile all’indirizzo https://github.com/ioconto/covid19/blob/master/opendata/it-total-deaths.json, una sua rappresentazione su mappa è disponibile a https://umap.openstreetmap.fr/en/map/morti-marzo-2020_440940#7/44.308/10.750
Invitiamo tutti a criticare, migliorare e rielaborare quanto fin qui fatto: questo è lo spirito di ioConto.
Alcune evidenze
Il dato eclatante è che nelle province di Bergamo e Brescia, sul campione rilevato, il numero di morti registrati è più del doppio di quanto la Protezione Civile attribuisca a Covid19 e in alcuni casi 10 volte superiore alla media degli anni precedenti. Nei comuni di Nembro e Clusone, nel solo mese di marzo di quest’anno, è morto più dell’1% della popolazione, che è ritenuto un valore medio di mortalità per Covid19. Questo però significherebbe che tutta la popolazione sarebbe stata infettata ed è in via di guarigione, ma ovviamente ciò è altamente improbabile. Evidentemente, invece, in Lombardia esistono delle condizioni particolari che causano una quantità di decessi assolutamente fuori norma.
Sono state avanzate diverse ipotesi (inquinamento da polveri sottili, virulenza maggiore, mancanza di strutture per curare i malati, anziani infettati da bambini accuditi causa chiusura delle scuole), ma noi crediamo che solamente una analisi completa dei dati disponibili su base comunale da parte di esperti possa spiegare cosa stia succedendo e quali azioni si possano intraprendere per migliorare la vita di milioni di italiani, attualmente privati delle loro libertà fondamentali e costretti a restare chiusi in casa. Pur comprendendo la difficoltà di ogni decisore pubblico e privato oggi nell’intraprendere iniziative in qualunque direzione — apertura o chiusura, mascherine o guanti, eccetera — vogliamo sottolineare come la dimensione locale, quasi via per via, si sia dimostrata efficace in altri Paesi per affrontare soprattutto la fase del dopo-crisi acuta, e richieda appunto una capillarità di dati che vada oltre le conferenze stampa generali e le elencazioni di cifre peraltro basate su criteri di raccolta dei dati non omogenee.
PERTANTO
Chiediamo al Governo Italiano, alla Protezione Civile e alle Regioni di rilasciare al pubblico, entro una settimana, nel modo più completo possibile, i dati giornalieri, da quando hanno cominciato a essere raccolti, riferiti ad ogni singolo comune italiano, per quanto riguarda:
- Il numero di decessi complessivi, suddivisi per fascia d’età (come da specifiche Istat)
- Il numero di decessi attribuiti a infezione da SARS-Cov-2
- Il numero di tamponi effettuati
- Il numero di persone dichiarate infette
- Il numero di persone poste in quarantena
- Il numero di persone dichiarate guarite
- Il numero di persone che, pur essendo dichiarate guarite, hanno contratto nuovamente l’infezione
Chiediamo al Governo italiano e alle Regioni di rilasciare al pubblico, entro una settimana, nel modo più completo possibile, i dati giornalieri, da quando hanno cominciato a essere raccolti, riferiti ad ogni singola struttura sanitaria per quanto riguarda:
- Il numero di letti complessivi (comprensivi di quelli di Terapia Intensiva)
- Il numero di letti di Terapia Intensiva
- La quantità di accettazioni in pronto soccorso
- Il numero di pazienti complessivi ospedalizzati
- Il numero di pazienti ospedalizzati con infezione da SARS-Cov-2, suddivisi per fascia di “pericolosità”
- Il numero di pazienti ospedalizzati in terapia intensiva
- Il numero di pazienti ospedalizzati in terapia intensiva con infezione da SARS-Cov-2
Chiediamo ai Cittadini Italiani di aiutarci a raccogliere il più velocemente possibile i dati relativi al proprio comune di residenza, facendo pressione sulle amministrazioni o raccogliendoli in autonomia e comunicandoceli attraverso un apposito modulo online
Chiediamo all’Istat di completare i dati rilasciati nella propria pagina , aggiungendo i decessi giornalieri per tutti i 5.866 comuni compresi nell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, per fascia d’età e anche per il periodo che va dall’1 novembre 2019 al 29 febbraio 2020 e dal 22 marzo 2020 a oggi.
Chiediamo all’Unione Europea di farsi promotrice presso i Paesi membri del rilascio al pubblico dello stesso tipo di dati che abbiamo richiesto vengano resi pubblici in Italia, in modo da poter effettuare comparazioni su dati omogenei.
Chiediamo ai Cittadini Europei di utilizzare la nostra metodologia o di migliorarla per raccogliere lo stesso tipo di dati nel loro Paese in modo da costruire un unico sistema di raccolta dati a livello europeo disponibile per le istituzioni e gli esperti al fine di disegnare gli scenari futuri, introdurre azioni di prevenzione e cura non indiscriminate e che ci portino il più presto possibile verso una normalizzazione, in attesa che la comunità scientifica trovi una cura per la malattia Covid19.
Chiediamo ai giornalisti, soprattutto delle testate locali, di farsi promotori della nostra iniziativa presso gli Enti locali di diffondere alla popolazione i dati in forma completa e con analisi redatte da esperti qualificati, ricordando che sono tenuti alla verifica delle fonti e che contribuire alla diffusione di notizie false che possano influenzare il corso dei mercati può comportare una responsabilità anche penale.
Chiediamo a tutti i fornitori di servizi in cloud (per esempio Amazon, Google, Microsoft e IBM, ma non solo) di donarci risorse tecniche, finché l’emergenza covid19 non sarà terminata, per raccogliere i dati e distribuirli.
peter pan
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Qui da me passa una macchina ogni 5 minuti, tutti barricati in casa, è ovvio che tutto quanto sta succedendo si riferisce ai bagordi dei primi giorni di marzo…. se dopo Pasqua si allentano le maglie dei divieti sarà un altro bagno di sangue, a meno che non trovino qualche rimedio provvisorio e poi tifiamo tutti per il vaccino!!!
Ciao
robyuan
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gianca
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grazie