Le elezioni presidenziali previste in Nigeria per il 16 febbraio sono slittate a sabato prossimo, il 23 febbraio. Sullo sfondo, ancora una volta, ci saranno problemi come la corruzione, l’ambiente degradato e l’insicurezza, legata anche ai terroristi di Boko Haram. E, nulla di nuovo, lo sfruttamento del petrolio da parte di multinazionali straniere: gli ambientalisti accusano da tempo Eni e Shell di creare danni alla popolazione e all’ambiente locale, tanto da averle costrette alla sbarra sia in Italia, sia in Olanda.
L’ong, con il progetto Niger Delta Oil Spill Decoders ha raccolto i dati delle perdite di petrolio provocate da Eni e Shell. Fino al 2011, le perdite ammontano almeno a 17,5 milioni di litri, secondo i rapporti di Shell, mentre Eni fino al 2014 avrebbe perso almeno 4,1 milioni di litri. La compagnia anglo-olandese si trova in Nigeria dal 1956.
Tra gli oltre 70 candidati alle presidenziali nigeriane, il principale avversario del presidente uscente Muhammadu Buhari è l’ex vicepresidente Atiku Abubakar. Quest’ultimo è stato accusato da Buhari di essere coinvolto in affari di riciclaggio di denaro e il suo nome è comparso anche nel processo Opl 245 a Milano.
Fonte: redattore sociale; osservatorio diritti