Gestori di patrimoni di nome ma non di fatto. Professionisti che, nascondendosi dietro l’etichetta di gestori del patrimonio, aiutano in realta’ i loro clienti a portare la ricchezza nei paradisi offshore.
Questo, scrive Italia Oggi, uno dei temi emersi dall’audizione, tenutasi ieri, in Commissione Pana (la commissione d’inchiesta sui Panama Papers), al Parlamento europeo, sul ruolo giocato dagli avvocati, dai consulenti e dalle banche nel caso dei Panama Papers.
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L’obiettivo dei circa 20 mila gestori di patrimoni non corretti (questo il numero stimato) e’ aiutare i loro clienti ad aggirare la legge senza infrangerla, sfruttando le aziende, le corporate e i trust attraverso strumenti di ingegneria finanziaria e tecniche di arbitrage (sfruttamento dei gap legali tra le giurisdizioni).
Queste tecniche hanno permesso di alloggiare 20/30 mila miliardi di dollari nei centri offshore su un totale di patrimonio mondiale pari a 243 mila miliardi di dollari.
I gestori dei patrimoni non sono, pero’, gli unici intermediari coinvolti nel problema dell’evasione fiscale offshore, anche le banche svolgono un ruolo di non poco conto.
Nel rapporto, pubblicato ieri, dal gruppo parlamentare dei Verdi, in occasione della Commissione Pana, e’ presente una classifica dei piu’ produttivi intermediari finanziari che hanno aiuto alla creazione di “offshore companies” (MF-DJ NEWS)