Che il Papa non volesse ricevere l’uomo di cui non apprezza nulla non è un segreto a Roma e negli ambienti vaticani. Il presidente degli Stati Uniti simboleggia tutto quello che il Pontefice combatte, i valori di cui parla, agisce e governa Bergoglio come capo della Chiesa sono agli antipodi rispetto al messaggio veicolato da Trump come capo della Superpotenza. Il Papa aveva detto che «una persona che pensa soltanto a fare muri non è cristiana» e che «è indecente che una bomba sia chiamata ‘ la madre di tutte le bombe’».
La rappresentazione del Papa come anti Trump compiace chi vuole arruolare Francesco nella schiera dei leader di sinistra moderata e illuminata, facendone un equivalente ecclesiastico di Merkel o Obama, in radicale contrasto con miliardario cafone, illiberale, sboccato e libertino dalle tendenze autoritarie e potenzialmnete bombarolo che governa la più grande potenza del mondo con l’istinto e Twitter. Il Papa dell’accoglienza, dei migranti, degli ultimi e dei poveri non può che essere agli antipodi dell’ex palazzinaro confuso e incolto che parla di muri e di esclusione.
Papa Francesco ha invitato oggi il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nel corso del loro primo incontro in Vaticano, a essere un costruttore di pace, e il capo della Casa Bianca ha promesso che non dimenticherà il messaggio del Pontefice.
I due hanno avuto un colloquio privato, con l’aiuto degli interpreti, durato circa mezz’ora. Alla fine sembravano entrambi rilassati, col papa sorridente e che scherzava con Trump e la moglie Melania.
Francesco ha regalato al presidente la scultura di un ulivo e gli ha spiegato che si trattava di un simbolo di pace.
“E’ mio desiderio che lei diventi un ulivo per costruire la pace”, ha detto Papa Bergoglio, parlando in spagnolo. “Possiamo usare la pace”, ha risposto Trump.
Il Pontefice ha anche regalato al presidente una copia del suo messaggio di quest’anno “La non violenza – Uno stile di politica per la pace”, e una delle sue encicliche del 2015 sulla necessità di proteggere l’ambiente dagli effetti del cambiamento climatico.
“Be’, li leggerò”, ha risposto Trump. Il presidente Usa ha attenuato la legislazione ambientale, in contrasto con l’idea di Papa Francesco che il cambiamento climatico è causato in gran parte dalle attività umane.
Trump ha regalato a sua volta al Papa le prime edizioni di cinque libri scritti da Martin Luther King.
Quando i due si sono salutati, il presidente ha detto al Papa: “Grazie, grazie. Non dimenticherò quello che ha detto”.
Poi Trump ha incontrato alcuni alti diplomatici vaticani e ha visitato la Cappella Sistina, prima di lasciare la Santa Sede.
Prima tappa Vaticano, con il colloquio privato con Papa Francesco: inizia così la visita di Donald Trump a Roma. L’agenda, molto fitta, prevede anche un incontro con il presidente Mattarella e con il premier Gentiloni. Nel primo pomeriggio, il presidente americano lascerà la capitale per Bruxelles.
LA GIORNATA DI TRUMP
ORE 9.16: – Dopo la presentazione della delegazione e lo scambio dei doni nella Sala della Biblioteca, il presidente Usa Donald Trump e la moglie Melania hanno ringraziato cordialmente il Papa e gli hanno stretto la mano per congedarsi. L’incontro è durato in tutto 40 minuti. Trump, che durante il corteo all’uscita ha conversato col prefetto della Casa pontificia mons. Georg Gaenswein, va a colloquio con il segretario di Stato, card. Pietro Parolin, e con il segretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul Richard Gallagher.
ORE 9.08: – Melania Trump si è presentata all’incontro con il Pontefice stringendo un rosario tra le mani, con la richiesta a Francesco di benedirlo. Il Papa ha subito tracciato il segno della croce sulle mani della First Lady. Dopo lo scambio di regali ufficiali, il Papa ha benedetto anche altri rosari che gli sono stati portati su un vassoio e alla fine ha donato a tutti i presenti la medaglia del pontificato.
ORE 9.02: – Termina il colloquio privato di papa Francesco col presidente Usa Donald Trump . In tutto è durato circa 30 minuti. Subito dopo è stata fatta entrare la delegazione al seguito per la presentazione al Papa e lo scambio dei doni.
ORE 8.38: – Melania e Ivanka conversano con i prelati mentre Trump è con il Papa. Entrambe in nero e con il velo sul capo, attendono in una sala attigua a quella in cui si sta svolgendo l’incontro assieme ad alcuni religiosi, tra cui il prefetto della Casa Pontificia mons. Georg Gaenswein.
ORE 8.38: – E’ cominciato puntualmente il colloquio privato tra il Papa e il presidente Usa Donald Trump nella Sala della Biblioteca dell’appartamento pontificio. I due si sono seduti alla scrivania uno davanti all’altro, alla presenza dell’interprete, mentre i fotografi scattavano le foto prima di essere fatti uscire. All’inizio Trump era molto sorridente mentre Francesco aveva un’espressione più seria. Poi, una volta rotto il ghiaccio con il primo scambio di saluti e di convenevoli, anche il Pontefice è parso più sorridente.
ORE 8.32: Giunto nella Sala del Tronetto dell’appartamento papale, Donald Trump ha incontrato il Papa e i due si sono scambiati una cordiale stretta di mano e alcune parole di saluto. Melania Trump è vestita in nero, veletta dello stesso colore. Secondo il protocollo vaticano, infatti, soltanto le regine cattoliche possono vestire in bianco, mentre tutte le altre donne ammesse all’incontro con il pontefice devono essere vestite in scuro e con il capo coperto. Il seguito che accompagnerà il presidente Usa Donald Trump da papa Francesco è composto da 12 persone: la first lady Melania; la figlia Ivanka Trump col marito Jared Kushner; il segretario di Stato Rex Tillerson; l’assistente del presidente per gli Affari della Sicurezza nazionale H.R. McMaster; la assistente del presidente e direttrice delle Comunicazioni strategiche Hope Hicks; Daniel Scavino, assistente del presidente e direttore dei Social media; Gary Cohn, assistant del presidente e direttore del Consiglio dell’Economia nazionale; Louis Bono, incaricato d’affari ad interim presso la Santa Sede; Dina Powell, vice assistente per gli Affari della Sicurezza nazionale; Keith Schiller, vice assistente e direttore delle operazioni dello Studio ovale; Alessandra Bonatti, interprete.
ORE 8.17: Trump arriva in Vaticano per l’udienza di papa Francesco. Il corteo presidenziale, è entrato dalla porta laterale del Perugino per dirigersi al Cortile di San Damaso. Da lì la delegazione entra nel Palazzo Apostolico vaticano. Al suo arrivo, il presidente Usa – accompagnato dalla moglie Melania – è stato accolto da monsignor Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia. Trump è in abito scuro e cravatta regimental, la signora Melania in abito scuro.
ORE 8.03: Il corteo di auto del presidente americano Donald Trump lasciato Villa Taverna per dirigersi verso il Vaticano dove Trump incontrerà il papa.
Oggi alle 8.30, mercoledì 24 maggio, Oltretevere due americani si stringeranno la mano per la prima volta. L’udienza del Presidente Donald Trump con il Papa argentino è stata in forse per alcuni mesi e fino a tre settimane fa nessuna richiesta era stata avanzata dalla Casa Bianca. Anzi, si era diffusa l’indiscrezione che Trump in realtà avesse deciso di soprassedere. Voci che coglievano nel segno. A cambiare le cose sono stati il lavoro paziente di alcuni consiglieri del Presidente e precisi segnali giunti dal Vaticano.
Chi si è mosso fin dall’inizio per favorire il contatto, in accordo con il nunzio negli Usa, Christoph Pierre, e la Segreteria di Stato vaticana, è stato il cardinale Donald Wuerl, arcivescovo di Washington. La via per il primo approccio ufficioso con la nuova amministrazione è passata attraverso il mondo evangelico nel contesto del National Prayer Breakfast del quale è parte attiva il vicepresidente Mike Pence. Anche per questo il presidente del movimento Rinnovamento nello Spirito, l’italiano Salvatore Martinez, che quel mondo conosce e frequenta, si è recato più volte negli Usa per contribuire a sciogliere il ghiaccio. I due personaggi chiave, tra i consiglieri di Trump, sono i pastori evangelici Jay Strack e Paula White.
Il 13 marzo scorso l’incontro decisivo, con il nunzio e il cardinale Wuerl, presso la nunziatura di Washington, al quale partecipano alcuni dei consiglieri di Trump. Da parte della Santa Sede viene fatto sapere che il Papa è pronto ad accordare l’udienza. Ma l’inquilino della Casa Bianca, impegnato su vari fronti nazionali e internazionali, non sembra interessato. Fino a che, il 19 aprile, il suo portavoce Sean Spicer annuncia: «Contatteremo il Vaticano» per organizzare un’udienza. A stretto giro, il Sostituto della Segreteria di Stato Angelo Becciu dichiara che Francesco «è sempre disponibile ad accogliere i capi di Stato che gli fanno domanda di udienza». Gli Stati Uniti in quel momento non hanno ancora nominato l’ambasciatore presso la Santa Sede (è stata designata soltanto sabato Callista Gingrich). Anche su questo, però, dal Vaticano arrivano segnali precisi: non è un problema.
Ciononostante, per altri dieci giorni, il telefono non squilla. Si arriva così al 29 aprile, quando il Papa di ritorno dall’Egitto ribadisce: «Ricevo ogni capo di Stato che chiede udienza», aggiungendo però che fino a quel momento non c’erano richieste.
Dopo questo ennesimo semaforo verde, all’inizio di maggio, arriva la telefonata della Casa Bianca insieme a una richiesta formale scritta. Anche Trump lancia dei segnali: l’incontro con Francesco viene messo in agenda dopo le visite in Arabia Saudita e Israele. Il Presidente va dal Pontefice per incontrare un leader religioso più che un capo di Stato, dopo essersi recato dagli alleati del mondo musulmano e del mondo ebraico. Trump si sta preparando soprattutto ad ascoltare: non ha voluto studiare dossier come avviene per altri incontri con capi di Stato, i suoi collaboratori stanno ultimando un video per presentargli chi è Francesco.
Dopo le scintille del febbraio 2016, quando il Papa aveva detto che «una persona che pensa soltanto a fare muri non è cristiana», i toni da parte vaticana si sono molto smorzati. Francesco non si è fatto più trascinare in polemiche. Sul volo di ritorno da Fatima ha ribadito: «Io mai faccio un giudizio su una persona senza ascoltarla». Le posizioni appaiono radicalmente diverse, dal tema dell’immigrazione a quello della difesa dell’ambiente. Il Vaticano spera che gli Usa possano favorire la pace in Medio Oriente e aumentare gli aiuti ai Paesi poveri. L’imprevedibile Trump si troverà di fronte a un interlocutore aperto, franco e disposto ad ascoltarlo. Difficile fare previsioni.
***
E’ sempre stato, sin dall’inizio, un rapporto delicato, difficile. Fra il Papa leader e militante di una Chiesa degli ultimi, e il presidente alla guida di una riscossa populista e popolare dell’America profonda, radicale e rancorosa.
Papa Francesco quest’anno, a Donald Trump eletto, ha adoperato parole preoccupate, ma di attesa: “Lo giudicherò dai fatti, non si può essere profeti di calamità, vedremo quel farà”, disse il 22 gennaio, a poche ore dall’insediamento alla Casa Bianca. “Se mi spaventassi o gioissi di ciò che potrebbe accadere potremmo cadere in una grande imprudenza. Non giudico, mi interessa solo se fa soffrire i poveri. Vedremo le cose concrete e valuteremo, il cristianesimo o è concreto o non è cristianesimo. Aspetto: Dio mi ha aspettato per tanto tempo, con tutti i miei peccati…”.
Ma giusto un anno prima, il 18 febbraio 2016, quando il Papa compì un viaggio in Messico, lo scontro si era acceso come mai fra un Papa e un presidente americano. In Messico il pontefice aveva criticato chi erige muri. Trump gli aveva dedicato la prima replica, dicendo “il Papa è un uomo politico e forse una pedina del governo messicano”.
Il Papa aveva controbattuto prima con filosofia, dicendo “Grazie a Dio ha detto che sono politico! Aristotele ha definito la persona umana come “animale politico”, almeno sono una persona umana. Pedina? Mah, forse, non lo so: lo lascio giudicare alla gente”. Ma poi l’affondo duro: “Una persona che pensa solo a fare muri non è cristiana. Questo non è nel Vangelo”.
L’ira del magnate allora candidato esplose immediata, irridente come fa lui sempre nei suoi tweet. Si presenta con un foglietto in mano a un comizio in South Carolina e dice: “Se e quando l’Isis attaccasse il Vaticano, che come tutti sanno è il massimo trofeo che i terroristi vorrebbero avere, vi garantisco che il papa si metterebbe a pregare perché Donald Trump fosse presidente. Il governo messicano mi ha denigrato con il Papa perché vuole continuare a farsi beffe dell’American ai confini. (Il Papa) non ha visto il crimine, il traffico di droga, non ha visto come il governo messicano si stia muovendo con furbizia”.
Aggiungeva Trump: “Papa Francesco dice che Donald Trump non è una brava persona, ma io sono una brava persona, davvero una brava persona. E sono un buon cristiano, orgoglioso di esserlo”.
Mesi di silenzio, di tregua, di gelo. Poi lo scorso 14 maggio Bergoglio torna a rispondere su Trump che si prepara a ricevere in Vaticano: “Io mai do un giudizio senza ascoltare. Ascolterò e dirò a lui quello che pensa, e lui mi dirà quello che pensa. Sempre ci sono porte che non restano chiuse, ed è importante entrare in queste porte e parlare per andare avanti. La pace è artigianale, si fa ogni giorno…”.
Ai giornalisti che sul volo papale di ritorno da Fatima chiedevano se potesse sperare che dopo l’incontro in Vaticano le posizioni di Trump si ammorbidissero, il papa rispondeva sereno: “Questo è un calcolo politico che non mi permetto di fare sul piano religioso: non faccio proselitismo”. Oggi l’incontro, fra due essere umani che sono l’incarnazione di due umanità totalmente differenti.
robyuankenobi
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normal
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Si ma, evidentemente il buon Francesco, non lo vede tanto come una pecorella smarrita…
lo vede di più come un montone scornato….
nerio
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nerio
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Trump sembra ridimensionato, forse forse anche Soros si preoccupa meno chissà….. Però da cittadini del medesimo continente, le americhe, avrei immaginato volentieri che Trump, con un po’ di sfacciataggine, avesse ricordato al papa2 che non è lui il costruttore di muri, che anzi il suo predecessore e la candidata dem all’elezione hanno addirittura votato al senato la costruzione del muro che tanto lo rattrista quando lui non era ancora papa e forse abitava anche più vicino a quel muro. Che quel muro fu costruito e rafforzato da ben due presidenti dem Clinton marito e Obama. Con quale metro misura il valore delle persone questo papa se già parte con preconcetti basati sul nulla? Fa affidamento forse ai due nobel per la pace preventivi? Certamente Trump non avrà mai tali onorificenze, ma a parte il gruzzolo che portano che valore hanno?
nerio
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aglaia
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robyuankenobi
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