L’Opec ha raggiunto un accordo per limitare la produzione di greggio a 32,5 milioni di barili al giorno dai livelli attuali di 33,24 milioni di barili. Il cartello concordera’ i livelli di produzione di ogni singolo Paese nel prossimo vertice informale che si terra’ a novembre. La notizia, riportata da molti media internazionali, ha fatto volare le quotazioni del petrolio che a New York hanno chiuso in forte rialzo (+5,71%) a 47,05 dollari al barile.
Secondo il ministro del Petrolio venezuelano, Eulogio Del Pino, sara’ la prossima riunione dell’Opec, fisssata per il 30 novembre a Vienna, a decidere l’entita’ e la durata della riduzione della produzione petrolifera. “Oggi abbiamo raggiunto un buon accordo”, ha osservato. (AGI)
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(Reuters) – Il dollaro è in rialzo sullo yen, che sconta una maggiore propensione al rischio da parte del mercato, dopo l’accordo raggiunto in sede Opec sul taglio della produzione di greggio, il primo dopo otto anni.
** Intorno alle 10, il biglietto verde – arrivato a guadagnare 1 punto percentuale – sale dello 0,8% sullo yen, a 101,50 da 100,65 della chiusura. La valuta giapponese, che tende a sovraperformare nelle fasi di avversione al rischio, scivola anche sull’euro, che sale a 113,89 da 112,89 della chiusura.
** L’intesa tra produttori, che dovrà essere formalizzata a novembre e non è priva di incognite, ha ridato slancio alle valute dei paesi esportatori di petrolio, come il Canada e la Norvegia.
** Il dollaro canadese e la corona norvegese stamane sono poco variati, ma viaggiano su livelli di circa 1 punto percentuale superiori rispetto a quando l’intesa è stata annunciata, ovvero alle 9,20 di ieri sera.
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Il prezzo del petrolio è tornato a salire grazie all’accordo raggiunto dall’OPEC sulla produzione di greggio. Ma cosa prevede l’intesa sul taglio della produzione?
L’OPEC è finalmente riuscita ad influenzare il prezzo del petrolio grazie al raggiungimento di un accordo nel vertice di Algeri, tramite il quale la produzione di greggio sarà tagliata. Secondo quanto stabilito dai membri dell’OPEC sarà imposto un tetto alla produzione di petrolio. In realtà manca ancora l’ufficialità e l’intesa potrebbe essere ratificata dall’OPEC il 30 novembre a Vienna. Intanto il prezzo del petrolio è salito del 6% e i mercati si sono dimostrati convinti del raggiungimento dell’accordo tanto desiderato sui tagli alla produzione.
Goldman Sachs di recente aveva tagliato le sue stime sul prezzo del petrolio, affermando che l’equilibrio domanda-offerta per il quarto trimestre del 2016 risultava essere più debole di quanto previsto in precedenza. Prima del raggiungimento dell’accordo da parte dell’OPEC le stime relative al prezzo del petrolio nel quarto trimestre del 2016 erano state tagliate da quota 50 dollari a barile a quota 43 dollari a barile.
Oggi, con il raggiungimento dell’accordo da parte dell’OPEC relativo ai tagli alla produzione, Goldman Sachs si è nuovamente espressa in merito al futuro andamento del prezzo del petrolio ed ha affermato che l’intesa raggiunta permetterà alla quotazione del greggio di guadagnare dai 7 ai 10 dollari nella prima metà del 2017.
Prima dell’accordo OPEC, le attese di Goldman Sachs sul prezzo del petrolio avevano previsto per il quarto trimestre dell’anno un surplus globale maggiore rispetto a quanto precedentemente ipotizzato. A prescindere dal raggiungimento di un accordo da parte dell’OPEC, le previsioni sul prezzo del petrolio di Goldman erano state ribassiste, ma solo per la fine del 2016. Il prezzo del petrolio invece, ha immediatamente risentito dell’accordo trovato dall’OPEC ed è schizzato a +6%. Ma cosa prevede l’accordo sulla produzione raggiunto dall’OPEC che ha portato ad un immediato rialzo del prezzo del petrolio?
Prezzo del petrolio schizza con OPEC: cosa prevede l’accordo su produzione
L’accordo raggiunto dall’OPEC che ha immediatamente portato il prezzo del petrolio a salire prevede l’imposizione di un tetto alla produzione. La scelta, che ha fatto schizzare il prezzo del petrolio, rappresenta il taglio alla produzione più importante dalla crisi del 2008.
L’obiettivo è quello di sostenere il prezzo del petrolio compensando le perdite subite negli ultimi anni a causa dell’eccesso di offerta e a causa del surplus di scorte. L’accordo raggiunto dall’OPEC, che ha fatto balzare in alto il prezzo del petrolio, ha dunque il fine di tagliare la produzione da 33,2 milioni di barili a 32,5 milioni di barili al giorno.
Prezzo del petrolio: i tagli alla produzione dei membri OPEC
La Russia, secondo produttore al mondo di petrolio, è stata presente al summit pur non essendo un membro effettivo dell’OPEC, e si è detta favorevole ad un congelamento della propria produzione per sostenere il prezzo del petrolio.
Fra gli altri membri dell’OPEC, poi, l’Arabia Saudita avrebbe accettato di tagliare la propria produzione di 500 mila barili al giorno dagli attuali 10,6 milioni, mentre l’Iran avrebbe accettato di mantenere la sua produzione attorno ai 3,7 milioni di barili, rinunciando a salire a quota 4 milioni di barili. Libia e Nigeria, infine, conserverebbero le quote attuali di produzione.
Prezzo del petrolio: Goldman Sachs prima dell’accordo OPEC
Come già accennato, prima del raggiungimento dell’accordo OPEC Goldman Sachs aveva tagliato le sue stime relative al prezzo del petrolio per il quarto trimestre dell’anno.
“Stiamo tagliando le nostre previsioni sul prezzo del petrolio relative al quarto trimestre da 50 dollari a 43 dollari a barile”,
aveva affermato un gruppo di ricerca di Goldman Sachs in una nota pubblicata martedì.
“Ciò che ci si attende è un surplus globale di 400.000 barili al giorno rispetto ai 300.000 previsti in precedenza”,
aveva aggiunto Goldman Sachs relativamente alla situazione del prezzo del petrolio. Relativamente al prezzo del petrolio, Goldman Sachs aveva preso in considerazione un ulteriore aumento della produzione da parte della Libia e della Nigeria. Un accordo tra i membri dell’OPEC, potrebbe sostenere il prezzo del petrolio nel breve termine, ma posizioni speculative ancora relativamente alte lasciano aperti i rischi al ribasso nella parte finale dell’anno, secondo quanto prospettato da Goldman Sachs.
“Data l’incertezza sulla domanda e sull’offerta ribadiamo la nostra opinione secondo cui il prezzo del petrolio ha bisogno di riflettere su elementi di breve periodo – che sono più deboli – e non su quelli di lungo periodo”,
ha aggiunto Goldman Sachs.
Prezzo del petrolio: Goldman Sachs dopo l’accordo OPEC
Dopo il raggiungimento dell’accordo da parte dell’OPEC, Goldman Sachs è tornata a parlare del futuro andamento del prezzo del petrolio. Le nuove stime non vanno a contraddire le precedenti sul quarto trimestre dell’anno, ma si riferiscono invece ai primi sei mesi del 2017.
Secondo Goldman Sachs, infatti, il taglio della produzione deciso dall’OPEC porterà il prezzo del petrolio a guadagnare dai 7 ai 10 dollari nel primo semestre del prossimo anno. Nonostante questo la stessa Goldman si è detta scettica in merito all’effettiva implementazione delle quote proposte dai membri dell’OPEC. Per la fine del 2016, secondo Goldman Sachs, il prezzo del petrolio viaggerà attorno ai 43 dollari, mentre nel 2017 si assesterà intorno ai 53 dollari a barile.
Prezzo del petrolio dopo accordo OPEC: la quotazione
Intanto, nel momento in cui si scrive il prezzo del petrolio Wti guadagna lo 0,19% e scambia a 47,14 dollari, mentre il prezzo del petrolio Brent è in rialzo dello 0,14% a quota 48,76 dollari, il tutto grazie al nuovo accordo sulla produzione raggiunto dall’OPEC (ultimo aggiornamento ore 08:33).
Nonostante le numerose incertezze e la sfiducia dei mercati, l’OPEC ha finalmente trovato un accordo che porterà al taglio, ossia ad un congelamento della produzione. La decisione raggiunta – ancora non ufficialmente comunicata dall’OPEC – ha immediatamente fatto reagire il prezzo del petrolio che è balzato del 6% ed è tornato a viaggiare oltre la soglia dei 47 dollari a barile.