Su K-Tune, la blockchain rivoluzionerà anche l’industria della musica

Chi volesse investire in questo progetto potrà farlo partecipando all'ICO che è stata lanciata il 30 ottobre in Svizzera.

Venti anni fa, d’estate, arrivò l’uragano Napster. Oggi è la promettente tecnologia blockchain che potrebbe cambiare per sempre l’industria della musica. I vantaggi potrebbero essere molteplici; per chi fa affari, per i consumatori, per i produttori discografici, ma anche – per una volta – per i musicisti.

Complici le cause legali per violazioni del copyright e le proteste della potente industria discografica, il programma di file sharing creato da Shawn Fanning e Sean Parker nato nel giugno del 1999 durò solo un paio di anni. La blockchain non solo non farà la stessa fine, ma potrebbe anche risolvere un dei nodi cruciali: la tutela del diritto d’autore di chi crea musica.

La tecnologia ideata da K-Tune permette infatti di salvaguardare il diritto d’autore. La protezione del copyright consente ai musicisti di poter monetizzare il loro lavoro. Anche in questo caso, il libro mastro trasparente e immutabile alla base delle criptovalute consente di eliminare il mediatore.

Ciò permette di facilitare la vita a musicisti e consumatori, facendo risparmiare entrambi. Se nel settore dei sistemi di pagamento è la banca a scomparire dalla scena grazie alla blockchain, qui il mediatore messo da parte per ridurre i costi diventa l’etichetta discografica.

Fino a pochi decenni fa, le case discografiche si occupavano di tutto. Ma da qualche tempo la musica sta cambiando. Le etichette sono state un business redditizio e “cool” negli Anni 70, 80 e 90, prima dell’avvento del digitale, dei sistemi di condivisione peer-to-peer e deli programmi di masterizzazione dei cd.  Secondo i critici, la richiesta di percentuali altissime sui ricavi ha finito per rallentare la nascita di potenziali talenti in erba.

Case discografiche e monete fiat addio: arrivano blockchain e token

Con la blockchain questo non sarà un problema. Chi volesse comprare o vendere brani musicali o altre opere audio su K-Tune (ancora in versione beta), potrà farlo senza neanche il bisogno di tirare fuori dal portafogli la propria carta di credito. Anziché con monete fiat, gli scambi avverranno in token.

Si tratta di un progetto che si concentra su un genere musicale in particolare, il K-Pop. È lo stile reso famoso dal tormentone del “Gangnam Style” del cantante sudcoreano Psy. Oltre a essere una piattaforma per la condivisione e compravendita di opere musicali, K-Tune è anche una comunità di musicisti sparsi in tutto il mondo.

Chi volesse collaborare lo può fare su K-Tune, dove è possibile esprimersi liberi dalle restrizioni che a volte impongono le case discografiche. “È la tua porta d’ingresso per diventare un produttore di musica K-Pop” e non solo un artista, spiega il gruppo in un comunicato.

L’idea è insomma quella di creare un luogo digitale di incontro per talenti musicali, produttori e aspiranti tali, nonché consumatori. Creando una rete che sia non solo una fucina di idee, ma anche un’impresa redditizia.

Come comprare e vendere musica su K-Tune

Sulla homepage del progetto, Arena, gli utenti possono comprare e scaricare i file. Sembra di ritrovarsi su i-Tunes, con la differenza che non si effettua il pagamento con una carta di credito o un altro sistema di pagamento tradizionale. Bensì si usano K-Tune (KTT): i token del gruppo.

Sul sito si possono consultare le diverse tracce che sono già a disposizione (vedi tabella qui sotto).

K-tune blockchain musica

Se un musicista vuole usare K-Tune per vendere il proprio prodotto, deve servirsi della sezione “Camp”. È in questo spazio che è possibile consultare le varie proposte e guadagnare token KTT. I gettoni virtuali sono a tutti gli effetti una moneta di scambio sulla piattaforma.

Chi volesse investire in questo progetto potrà farlo partecipando all’ICO che è stata lanciata il 30 ottobre in Svizzera. La campagna di raccolta fondi del gruppo svizzero sudcoreano, che verrà gestita dalla ticinese Eidoo, punta a reperire ben 8 milioni di dollari. Al 13 novembre, con più di due milioni raccolti, è stato superato il soft cap. Comprese le transazioni off-chain, 12.020 Ethereum (ETH) sono stati rastrellati sulla piattaforma Eidoo Crowd.

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