Ue, un ministro delle finanze unico per l’eurozona? Se ne comincia a parlare

L’ipotesi di garantire un reddito minimo nell’eurozona «non è sostenibile dal punto di vista finanziario». Per il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, se si ipotizzasse di dare …

L’ipotesi di garantire un reddito minimo nell’eurozona «non è sostenibile dal punto di vista finanziario». Per il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, se si ipotizzasse di dare 500 euro al mese ad alcune specifiche categorie sarebbe disincentivante nella ricerca del lavoro e se venisse dato a ciascun cittadino, inclusi bambini e anziani, «per 12 mesi» avrebbe un peso «pari al 20% del Pil».
La ripresa di crescita e occupazione in Europa passa per altre vie, che intrecciano politica monetaria e scelte politiche (da leggere riforme), come hanno messo in evidenza Visco e il governatore della Banca centrale francese François Villeroy de Galhau, che al Festival dell’Economia hanno risposto alle domande di Ferruccio de Bortoli. La crisi del 2008 ha insegnato che «dobbiamo puntare di più alla stabilità finanziaria, al completamento del mercato e tener conto delle contingenze — ha spiegato Visco —. Abbiamo però bisogno anche di maggiore vigilanza».

In questo scenario un ministro unico delle Finanze dell’eurozona sarebbe per Visco un «passo molto importante» per «avere una politica di bilancio coordinata», però a condizione che disponga di «un suo bilancio, anche virtuale» e un «debito unico». Per Villeroy de Galhau quello è un punto d’arrivo, una fase intermedia potrebbe essere attribuire al ministro delle Finanze Ue il potere di elaborare «una strategia collettiva e di coordinamento delle politiche fiscali». Un «negoziato complicato», ha ammesso Visco, tenuto conto che la Germania è molto scettica. Però ormai è chiaro che il futuro della Ue passa dal cambiamento della governance e dal completamento dell’Unione economica, come sostenuto nel Rapporto dei cinque presidenti di un anno fa. Il referendum sulla Brexit sarà uno spartiacque. Per Visco se vincesse l’ipotesi di addio alla Ue «anche tra i Paesi dell’eurozona ci potrebbero essere tentazioni di fuoriuscita giustificate con la possibilità di regolare i tassi di cambio». Il rischio è di «tumulti sui mercati finanziari: noi dovremmo contrastare queste forze».

di Francesca Basso

Fonte: Corriere della Sera

Tag

Partecipa alla discussione

3 commenti

  1.   

    Quello che sfugge è che se arriva un ministro delle finanze unico serve anche una unica normativa fiscale, il che vuol dire mettere in soffitta il 99% del nostro Testo Unico delle imposte sui redditi, e questo sarebbe il nostro unico vero incommensurabile vantaggio, dal momento che nessun Paese del mondo conosciuto ha una normativa fiscale più assurda e vessatoria del nostro. 

  2.   

    …no euro…
    …no UE…
    …no NATO…

     

  3.   

    certo se il destino è di avere una europa unica–ho detto unica e non unita…cosa ce ne facciamo di tanti ministri e relative  delegazioni? ad esempio nella foto c’è già uno che ormai è del tutto superfluo. chì lo  individua vince un..mongolino…. aggiungerei pure un altro..lo sostengo da tempo.. del quale ieri è stata pubblicata una lettera alle banche relativamente alle obbligazioni modello papaboschi per intenderci. questo nominativo è più difficile ma la vincita è  assicurata..2 mongolini…