La Federal Reserve ha alzato il costo del denaro negli Stati Uniti di 25 centesimi, portandolo nell’intervallo compreso tra lo 0,75% e l’1%.
La decisione, in linea con le attese del mercato, è stata annunciata al termine del meeting di politica monetaria della banca centrale Usa, iniziato ieri.
La decisione è stata presa con nove voti favorevoli e il solo voto contrario del presidente della Fed di Minneapolis Neel Kashkari, che chiedeva di lasciare il costo del denaro invariato.
La Fed ha inoltre confermato le proiezioni sui tassi dei membri del proprio comitato di politica monetaria, che indicano altri due rialzi nel corso di quest’anno e tre nel 2018.
Nel comunicato del Fomc si legge che gli ultimi dati e le ultime informazioni disponibili “indicano che il mercato del lavoro ha continuato a rafforzarsi e che l’attività economica ha continuato ad espandersi ad un passo moderato”, mentre l’inflazione negli ultimi trimestri si è portata vicina al target di lungo periodo del 2%, pur rimanendone “in qualche misura” sotto se si escludono i prezzi delle componenti cibo ed energia.
Il Fomc prevede che le condizioni economiche si evolveranno in maniera tale da consentire “incrementi graduali” dei Fed Fund; il comunicato relativo al precedente meeting di politica monetaria parlava di “incrementi solo graduali”.
La Fed definisce comunque ancora “accomodante” la propria impostazione monetaria, tale da consentire un ulteriore rafforzamento del mercato del lavoro e un sostenuto percorso di ritorno dell’inflazione verso il 2%. (Reuters)
Commento di State Street sulla decisione del FOMC sui tassi di interesse
LONDRA, 15 marzo 2017 – A seguito della riunione odierna del Federal Open Market Committee (FOMC), Lee Ferridge, responsabile multi-asset strategy per il Nord America di State Street Global Markets, e Antoine Lesné, responsabile strategia per l’area EMEA di SPDR ETFs (State Street Global Advisors), hanno così commentato:
Lee Ferridge: “Il risultato della riunione di oggi era ampiamente atteso: il FOMC ha deciso di alzare i tassi per la seconda volta in tre mesi, mantenendo invariata l’indicazione sui tassi per il resto del 2017. Il miglioramento dei dati dell’economia reale, i continui e decisi progressi registrati sul mercato del lavoro e l’aumento dell’inflazione di riferimento hanno posto le basi per il primo dei tre rialzi programmati per il 2017 da parte del FOMC. Probabilmente ora l’attenzione si concentrerà sulla riunione del 14 giugno, quando molti si aspettano un ulteriore aumento dei tassi. Tuttavia, dato che la tanto discussa azione di stimolo fiscale da parte dell’amministrazione Trump sembra ancora lontana, riteniamo che la Federal Reserve aspetterà i segnali della prosecuzione della crescita economica, e forse di una ripresa dei salari, prima di affrontare la decisione di giugno. Ci aspettiamo una modesta reazione del mercato alla decisione di oggi, che era già stata ampiamente incorporata nelle valutazioni. Saranno necessarie ulteriori notizie economiche positive per far proseguire la spinta al rialzo dei rendimenti delle obbligazioni statunitensi e del dollaro americano”.
Antoine Lesné: “Come ampiamente previsto, il FOMC ha annunciato il suo primo rialzo dei tassi di 25 punti base nel 2017. Questa è solo il terzo aumento da quando la crisi finanziaria globale ha portato il target dei tassi dei Fed funds tra lo 0,75 e l’1,0 per cento. Il FOMC ha rilevato un ulteriore miglioramento nel mercato del lavoro, negli investimenti delle imprese e nella spesa dei consumatori, e allo stesso tempo anche il sentiment in generale mostra segni di miglioramento. Nel frattempo l’inflazione core è sempre più vicina all’obiettivo stabilito dalla Fed. Tuttavia l’incertezza sulla politica fiscale pone ancora alcuni rischi di breve termine. Dovremo aspettare ulteriori rilevazioni di dati per poter prevedere un percorso più aggressivo che includa altri due potenziali aumenti dei tassi nel 2017. Questo potrebbe portare a un irripidimento nella prima parte della della curva (da due a cinque anni), con i rendimenti delle obbligazioni a due anni che potrebbero crescere leggermente meno di quelli dei bond a cinque anni”.
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La riunione della Federal Reserve di oggi è particolarmente importante per i mercati e per gli investitori: l’istituto è chiamato a decidere se alzare o meno il costo del denaro per la prima volta quest’anno e, se i trader danno ormai quasi per scontato un giro di vite di un quarto di punto percentuale, è tutto da capire se la Fed segnalerà un’accelerata dei successivi incrementi.
Per gli analisti, un aumento di un quarto di punto rispetto all’attuale range tra 0,50 e 0,75%, livello a cui era stato portato lo scorso dicembre, con l’unico rialzo del 2016 dopo quello storico del 2015, è appunto probabile, alla luce dei progressi dell’economia americana, che vede il mercato del lavoro avvicinarsi alla massima occupazione e l’inflazione riportarsi verso i target considerati ottimali, ovvero attorno al 2%.
Il presidente Janet Yellen, che parlerà al termine della riunione del Fomc, il comitato monetario della Fed, dovrà chiarire come l’istituto intenda procedere, chiarendo quanti aumenti sono previsti nel corso dell’anno: durante le ultime riunioni sono stati ipotizzati fino a tre giri di vite, ma potrebbero anche essere di più. (Askanews)
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Riunione Fed: guida al rialzo tassi di marzo
Lanciando segnali in modo forte e chiaro, la Federal Reserve ha lasciato pochi dubbi sul fatto che alzerà i tassi di interesse mercoledì per la terza volta da dicembre 2015, in riflesso sella sempre solida economia degli Stati Uniti.
L’aumento dei tassi oggi sarà probabilmente ricordato come uno dei più anticipati di sempre, dato che diversi governatori regionali della Fed, tra cui la presidente Janet Yellen, nelle ultime due settimane hanno preparato a più riprese al mercato il fatto anticipando di ritenere fosse giunto il tempo di aumentare i tassi di interesse in occasione del meeting del FOMC del 14-15 marzo.
La Fed ha gestito il controllo dei tassi di interesse con estrema cautela, a cominciare dal primo rialzo nel dicembre 2015, che ha concluso sette anni di tassi ai minimi storici vicini allo zero. E poi ha aspettato un intero anno prima di alzare di nuovo i tassi nel mese di dicembre 2016.
Ma nelle ultime settimane, ha preso piede la tesi, dentro e fuori la Fed, che l’economia statunitense sia ora entrata in una nuova fase, più forte, con un mercato del lavoro vicino alla piena occupazione, l’aumento della fiducia di consumatori e delle imprese, un mercato immobiliare stabile e l’inflazione in movimento verso il target della Fed al 2%. Quasi otto anni dopo la fine della grande recessione, l’economia sembra sempre meno aver bisogno del sostegno proveniente dai tassi di interesse ultra-bassi.
Il buon report sull’occupazione di febbraio pubblicato venerdì è stato considerato come un dato incoraggiante importante di cui la Fed aveva bisogno prima di annunciare un aumento dei tassi.
Ciò che la Fed dirà nella dichiarazione di oggi valutando la salute dell’economia verrà analizzato in cerca di indizi sulle prospettive per il ritmo futuro dei prossimi aumenti dei tassi.
L’aumento delle aspettative per un rialzo dei tassi è prezzato sul dollaro USA da febbraio, così alcuni trader hanno preso profitto sul biglietto verde; l’annuncio sul rialzo dei tassi del FOMC potrebbe aizzare ancora di più il movimento correttivo sulla valuta degli Stati Uniti. Restano i dubbi che avvenga veramente, e dal punto di vista tecnico, il cambio eur/usd è pronto a continuare il rialzo verso la resistenza a 1.08. Questo livello sembra raggiungibile nel breve periodo, probabilmente anche subito dopo l’annuncio del FOMC sul rialzo dei tassi.
È luogo comune che l’oro scenda quando i tassi della Fed salgono, ma la storia dimostra il contrario – un aumento del tasso a lungo termine è di solito seguiti da guadagni significativi dell’oro, quindi questa volta non va escluso un aumento di prezzo del Gold.