Uber non ha creato problemi solo al vecchio taxi. Forte del suo 43% di transazioni per il trasporto a terra a pagamento in Nord America, ha ormai superato anche il sistema delle automobili a noleggio, ferme al 40% nelle preferenze dei cittadini per i loro viaggi di lavoro. I dati pubblicati giovedì 21 aprile dall’azienda Certify, leader nella pianificazione dei servizi per chi viaggia per lavoro, parlano chiaro: dal quarto trimestre del 2015 in poi, l’ascesa delle aziende che offrono servizi di ride-hailing (Uber in testa, ovviamente) è stata continua, sontuosa e praticamente inarrestabile.
Il crollo degli affari nel business delle auto a noleggio registrato negli ultimi due anni è di ben 15 punti percentuali. Un’enormità, che sembra però ridimensionarsi difronte a quello subito dalle “macchine gialle”, sprofondate a -23% nello stesso biennio, e che continua anche nel nuovo anno, visto che nei primi 3 mesi del 2016 ha intercettato le preferenze soltanto del 14% degli utenti.
“C’è una convenienza reale – spiega il presidente di Certify, Robert Neveu –. Il rapporto qualità/prezzo è efficiente e questo è un fattore molto importante. Infatti stiamo osservando un cambiamento nelle abitudini dei nostri clienti”.
Anche l’analista di Sterne Agee, Hamzah Mazari, conferma l’ascesa del fenomeno. “Molti viaggiatori che prima avrebbero affittato un’auto anche per brevi spostamenti, ora scelgono Uber. E anche gli investitori sono molto interessati: Avis ed Hertz sono calati almeno del 36% nell’ultimo anno – ha aggiunto -, Uber ha avuto un fortissimo impatto sull’industria dell’autonoleggio”.
Le storiche compagnie di noleggio automobili, dunque, sono dovute correre ai ripari, adeguandosi ai cambiamenti. Molte società, infatti, stanno provando a gettarsi nel nuovo business: Avis Budget Group Inc. ha acquisito Zipcar nel 2013, mentre Holding Inc. ha lanciato un’offerta di carsharing a ore per i propri clienti con il suo marchio, dopo aver avviato una fase sperimentale in passato con un altro brand. Anche Hertz Global Holdings Inc. ha investito molto nella Luxe Valet Inc., mentre le case produttrici di automobili, che in passato hanno utilizzato moltissimo il sistema di noleggio per pubblicizzare le proprie vetture con i potenziali clienti, stanno entrando nel business del ride-hailing. Ad esempio General Motors Co. ha investito 500 milioni di dollari in Lyft, la seconda società di prenotazione auto degli Stati Uniti, e a breve lancerà i nuovi hub nelle principali città americane. E anche Daimler AG, del gruppo Mercedes-Benz, ha fatto la propria mossa rilevando, nel 2014, Mytaxi, uno dei più agguerriti rivali di Uber in Europa. La sfida è solo all’inizio.