Afghanistan, gli Stati Uniti sganciano super-bomba su siti Isis

Aggiornamento: Il numero dei militanti morti per il lancio giovedì sera di una superbomba Usa su una roccaforte dell’Isis nella provincia orientale afghana di Nangarhar è salito a …

Aggiornamento:

Il numero dei militanti morti per il lancio giovedì sera di una superbomba Usa su una roccaforte dell’Isis nella provincia orientale afghana di Nangarhar è salito a 94.

Lo ha reso noto oggi l’ufficio stampa del governo provinciale.

Fra le vittime vi sarebbero anche quattro comandanti dell’organizzazione guidata dal ‘Califfo’ Abu Bakr al-Baghdadi, ed i cui nomi, precisa un comunicato, sarebbero “Hamza Abubakar, Hamid, Muhammad Ibrani e Walaykin, fratello di Hazeez Saeed”.

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E’ di almeno 36 morti il bilancio delle vittime della “superbomba” sganciata dalle forze aeree statunitensi su un complesso di tunnel delle milizie jihadiste dello Stato Islamico (Isis) in Afghanistan: lo hanno reso noto fonti governative afgane, escludendo che fra i morti vi siano dei civili. (fonte Afp)US says nearly 800 ISIS members on ground when ‘Mother of All Bombs’ dropped

È una bomba che sprigiona una potenza devastante e per questo è previsto un uso in zone determinate, visti gli effetti collaterali che può provocare. Il Pentagono ha voluto la Moab per missioni mirate alla distruzione di installazioni ben protette. In passato si era ipotizzato — in alcuni scenari bellici — che gli Usa potessero ricorrere a questo ordigno contro gli impianti nucleari iraniani nascosti nei fianchi di una montagna o nel sottosuolo.
Stessa cosa per i siti creati dalla Corea del Nord: il regime ha realizzato molte installazioni-bunker ed ha piazzato in gallerie centinaia di pezzi d’artiglieria che minacciano Seul. Dunque è possibile che l’attacco nell’area afghana abbia anche un valore di guerra psicologica nei confronti degli avversari. «La Corea del Nord è un problema – ha infatti detto senza giri di parole il presidente Usa Trump – Un problema di cui ci occuperemo».

 

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