Gran Bretagna al voto: perde May, vince Corbyn e la Brexit viene cancellata

Sono in corso le elezioni politiche anticipate in Gran Bretagna. Le operazioni di voto sono iniziate alle 7 del mattino (le 8 in Italia) e dureranno fino alle …

Sono in corso le elezioni politiche anticipate in Gran Bretagna. Le operazioni di voto sono iniziate alle 7 del mattino (le 8 in Italia) e dureranno fino alle 22 (le 23 italiane) dell’8 giugno. I residenti di Gran Bretagna, Irlanda e Commonwealth con 18 anni o più possono votare, così come i cittadini britannici e irlandesi del Nordirlanda che vivono all’estero e si sono registrati per il voto entro gli ultimi 15 anni. I cittadini devono registrarsi per votare e il voto non è un obbligo.

Gli ultimi sondaggi testimoniano di una grande incertezza. Ieri, nell’immediata vigilia, un sondaggio YouGov ribadiva una prospettiva complicata per il futuro parlamento. Secondo il sondaggio i conservatori mantengono un vantaggio di quattro punti percentuali sui laburisti (42% contro 38%) ma in termini di seggi la premier Theresa May resta lontana dalla richiesta maggioranza di 326 seggi, fermandosi a 302 (adesso ne hanno 330) contro i 269 dei laburisti. I liberaldemocratici, col loro 9% e 12 parlamentari non risulterebbero rilevanti mentre il partito nazionale scozzese otterrebbe 40 seggi pur non superando il 4% dei consensi su scala nazionale. Due seggi per i nazionalisti gallesi del Plaid Cymru, uno per i verdi con il 2% e neanche un seggio per i nazionalisti dell’Ukip.

Il voto determinerà chi negozierà il divorzio di Londra dalla Ue nei prossimi due anni e la forza del mandato del governo per i prossimi cinque anni. La nuova leadership inoltre dovrà fare i conti con la risposta al terrorismo dopo il massacro di sabato sera in un’area frequentatissima del centro di Londra, il terzo attacco jihadista nel Paese in meno di tre mesi.

La Gran Bretagna ha un ruolo di primo piano nell’iniziativa anti-terrorismo globale e fa parte della coalizione anti-Isis guidata dagli Usa che bombarda le posizioni dello Stato islamico in Sria e Iraq. Ha diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu di cui è membro permanente insieme a Cina, Francia, Russia e Usa. E’ membro Nato e possiede armi nucleari, è la quinta economia del mondo Per Pil, membro del G7 e del G20.

Ci sono 650 collegi uninominali in tutto il Regno unito, e la maggioranza assoluta della Camera dei Comuni di Westminster è perciò composta di 326 deputati. Nel parlamento uscente May aveva una piccola maggioranza di 17 seggi e ha indetto il voto anticipato nella speranza di rafforzarla in vista dei colloqui sulla Brexit. Ogni collegio viene assegnato con il metodo del “first-past-the-post”: chi ha più voti diventa deputato.

Nonostante il focus sui leader di partito, gli elettori non scelgono direttamente il premier, solo il loro deputato locale.

Il Parlamento è eletto per cinque anni, quindi la prossima elezione dovrà tenersi al più tardi a giugno 2022.

I principali partiti in Gran Bretagna sono quello conservatore (centro-destra), guidato da May, e il laburista (sinistra), guidato da Jeremy Corbyn, seguiti dai liberal-democratici (centro-sinistra), dall’UK Independence Party (populista eurofobo) e dai verdi (sinistra). I nazionalisti scozzesi (sinistra), i nazionalisti gallesi del Plaid Cymru (sinistra) e quattro partiti nordirlandesi hanno ottenuto seggi nel Parlamento nato dalle elezioni politiche del 2015.

Il conteggio dei voti comincerà immediatamente dopo la chiusura della urne e all’alba del 9 giugno il quadro del prossimo parlamento dovrebbe essere sufficientemente chiaro. Appena possibile la regina Elisabetta II chiederà alla persona che ha più chances di diventare premier di formare un governo.

Solitamente si tratta del capo del maggiore partito. Il parlamento si riunisce il 13 giugno per il giuramento dei deputati e per l’elezione di un nuovo presidente. L’apertura ufficiale del parlamento è lunedì 19 giugno, quando Elisabetta II leggerà il programma del governo per la prossima legislatura.

I negoziati sulla Brexit dovrebbero iniziare quella settimana.

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5 commenti

  1.   

    “…….Theresa May resta lontana dalla richiesta maggioranza di 326 seggi, fermandosi a 302 (adesso ne hanno 330) contro i 269 dei laburisti.”
    Certo che se le cose stanno così faceva meglio restare con i 330 seggi, se non arriverà nemmeno a 326 che sembrano la meta di oggi. Ma chi glielo ha fatto fare indire nuove elezioni, non lo sa che anche da noi kingeorge non vuole più che si voti e a questo punto sembra che anche all’Isis piacciano poco le elezioni anticipate.
    Se restava ferma ai 330 seggi, forse aveva anche qualche attentato in meno. Questi attentatori sono pure contro la brexit oltre che contro l’occidente, i cristiani, le donne smutandate o in bikini, il maiale, il vino, ecc.ecc. ?  Ultima cosa :non ha senso  Ukip se sono già fuori dall’euro o no? C’è sempre una seconda possibilità per il NWO. Allora appurato che il referundum monarchia repubblica del 46 è stato un broglio assoluto lo potremmo rifare pure noi e magari scegliere anche il re.

  2.   

     
    Comunque vada, sarà un disastro. Corbyn giura fedeltà a Merkel, la May vuole la “cura Ludovico”
    Di Mauro Bottarelli
     
    https://www.rischiocalcolato.it/2017/06/comunque-vada-sara-un-disastro-corbyn-giura-fedelta-merkel-la-may-vuole-la-cura-ludovico.html
     
    Il giorno è arrivato. Mentre state leggendo questo articolo, i cittadini britannici stanno scegliendo il prossimo primo ministro, dopo la decisione di Theresa May dello scorso 19 aprile di indire elezioni anticipate, pur avendo soltanto 17 deputati di maggioranza. All’epoca il calcolo fu facile: i sondaggi davano i Tories con 22 punti di vantaggio sul Labour di Jeremy Corbyn, quindi l’alibi della necessità di avere un governo legittimato dalle urne e con una maggioranza stabile per governare il Brexit fu unanimemente accolto come fondato. Le urne chiuderanno alle 23 di stasera, ora italiana, quando avremo i primi exit poll ma, come mostra la tabella,

    il 50% dei collegi verrà proclamato attorno alle 5 ora italiana (le 4 in Gran Bretagna). Nonostante l’ultimo sondaggio YouGov reso noto ieri vedesse i due principali partiti appaiati a un solo punto di distacco, dopo una marcia trionfale di Corbyn le cui ragioni tratteremo dopo, esiste il fondato dubbio che, come spesso è accaduto in Gran Bretagna, un fattore cronico vada a incidere sul margine di errore dei sondaggi. Se infatti l’ultima rilevazione pubblicata ieri dal Financial Times vede in 7 i punti di distacco a favore dei Conservatori della primo ministro,

    eccc…

     

  3.   

    Si vero titolo a dir poco fuorviante rispetto al contenuto. Verosimile ma…

    Originariamente inviato da fisheagle: clickbait

     

  4.   

    Exit troll??

  5.   

    clickbait