Maduro accerchiato: 13 paesi sudamericani contro la sua Costituente

Al vertice di Lima nazioni come Argentina, Brasile, Perù e Messico denunciano l'interruzione della democrazia in Venezuela.

Nelle stesse ore in cui l’Assemblea costituente lanciata dal presidente Nicolas Maduro si attribuiva poteri al di sopra di tutte le strutture dello Stato venezuelano, i principali paesi del continente americano hanno annunciato che non ne riconoscono la legittimità, portando lo scontro di Caracas al centro dello scenario internazionale. I delegati della controversa Costituente – insediata, per prima volta, nell’emiciclo dove si svolgono le sedute del Parlamento – hanno varato un decreto nel quale si dispone la subordinazione di tutti i poteri pubblici alla Costituente stessa.

La presidente dell’organismo, Delcy Rodriguez, ha detto che il decreto rappresenta “un messaggio molto chiaro di convivenza fra i venezuelani”, ma ha subito chiarito che ha parlato con Julio Borges, il presidente del Parlamento controllato dall’opposizione, “per spiegargli la necessità di convivere con questo potere costituito, ma la sua risposta è che loro non intendono accettarla”.

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La Costituente, infatti, è stata già respinta e dichiarata illegittima dall’opposizione venezuelana, ma anche da Unione europea, Stati Uniti e un blocco di 13 Paesi del continente americano, riunitisi martedì 8 agosto per un vertice d’emergenza a Lima. In una dichiarazione comune, Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costarica, Guatemala, Honduras, Giamaica, Messico, Panama, Paraguay e Perù hanno denunciato “l’interruzione dell’ordine democratico” a Caracas ed espresso il loro “pieno appoggio e solidarietà all’Assemblea nazionale”. Nelle stesse ore, a Caracas, il ministro degli Esteri venezuelano, Jorge Arreaza, presiedeva una riunione dell’Alleanza bolivariana dei popoli (Alba) durante la quale ha denunciato che a Lima si è creata una “congiura” contro il suo Paese, lanciata da un gruppo di governi che “seguono gli ordini dell’imperialismo americano per continuare ad aggredirci”.

Il governo di Maduro ha ottenuto così l’appoggio e la solidarietà di Cuba, Bolivia, Ecuador, Nicaragua, El Salvador, Suriname e un pugno di piccole nazioni dei Caraibi. La situazione, dunque, resta quella di un sostanziale stallo internazionale, con le stesse prese di posizione che hanno bloccato finora ogni possibile risoluzione sulla crisi venezuelana all’interno dell’Organizzazione degli stati americani (Osa), che riunisce tutti i paesi del continente tranne Cuba.

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Nel frattempo, però, a Caracas la situazione si aggrava: dopo aver assunto un’autorità al di sopra dei poteri dello Stato, ora la Costituente si prepara a lanciare una “Commissione della verità”, creata per punire i dirigenti oppositori accusati di “istigare la violenza fascista”.

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