Il movimento ha assunto una geografia mai vista, e anche se i numeri non sono altissimi, si tratta di un segnale di cambiamento che nell’anno precedente alle elezioni non può non preoccupare il Cremlino (il cui capo ufficialmente non ha ancora annunciato di volersi ricandidare).
Centinaia di fermi a Mosca e Pietroburgo (731 nella capitale, secondo gli ultimi dati, circa un manifestante su 5 se bisogna attenersi ai numeri ufficiali), fotografie di ragazze e ragazzi armati solo di t-shirt provocatorie trascinati via da robusti poliziotti con elmetti e manganelli, interrogazioni a pioggia da Bruxelles e Washington. Alexey Navalny ha vinto di nuovo una partita contro il Cremlino,e il fatto di essere stato arrestato sui gradini di casa, mentre usciva per andare alla manifestazione anti-corruzione che aveva indetto, non sminuisce minimamente l’impatto del suo successo. Anzi, ormai l’assenza di Navalny in piazza è più assordante della sua presenza, e il merito (o demerito) della sua proposta politica passa in secondo piano rispetto alle sue brillanti mosse di gran maestro mediatico.
Ora il blogger anti-corruzione, e principale candidato anti-Putin alle presidenziali 2018, è stato condannato a 30 giorni di carcere per ripetuta “violazione delle regole delle manifestazioni pubbliche”. Probabilmente se li farà tutti, e questo ennesimo arresto non farà che consacrarlo come il nemico numero uno del Cremlino, e l’unico leader d’opposizione in grado di preoccupare seriamente Putin. Che lui affronta non sui giornali o nei salotti di analisti, ma nel terreno meno favorevole al capo del Cremlino, la piazza. Non è il classico dissidente pronto a subire il martirio: attacca, aggredisce, cambia le carte, evita alleanze e soprattutto utilizza le stesse armi del sistema per farlo cadere sempre nella stessa trappola.
Le manifestazioni del 12 giugno, il Giorno della Russia, avrebbero potuto anche essere meno numerose di quelle del 26 marzo scorso, quando Navalny all’improvviso riuscì a trascinare nelle piazze di mezza Russia migliaia di ragazzi indignati per la corruzione al vertice che ha denunciato. Avrebbero potuto anche svolgersi pacificamente, se il leader del movimento all’ultimo momento non avesse trascinato i suoi seguaci nel centro di Mosca. Entrambe le parti accusano l’avversario di provocazioni in piazza. Non ha più nessuna importanza: i media russi non ne parleranno, ma il resto del mondo vedrà soltanto ragazzini inermi portati via di peso da poliziotti dall’aria minacciosa dalla via centrale della capitale, e centinaia di testimoni anche stranieri possono confermare che i manifestanti venivano impacchettati nei cellulari della polizia anche quando erano perfettamente immobili e silenziosi, senza alcun pretesto.
E’ un esempio perfetto di come si diventa prigionieri del proprio personaggio. Nella Russia costruita da Putin, dove «lo Stato è forte grazie alla stabilità politica, all’unità sui nostri obiettivi e il consolidamento della società» – come ha spiegato il capo dello Stato alla cerimonia per la festa nazionale – chiunque muova un passo non autorizzato sulla Tverskaya va fermato, tanto più se si permette di gridare «Russia senza Putin» o «Putin ladro». E deve essere arrestato con sfoggio di strumenti repressivi, per essere da esempio per gli altri. Uno spettacolo che ogni volta fa perdere al Cremlino punti in Occidente, e rende più imbarazzante appoggiarlo anche per parte delle forze populiste ed euroscettiche che guardano a Mosca. Ma se il governo russo per una volta prova a ignorare qualche migliaio di ragazzi che “passeggiano” per la capitale, manda un segnale di debolezza all’interno del Paese, e rischia il giorno dopo “passeggiate” di milioni di persone, non più spaventate dalla repressione.
Una situazione “loose-loose” in termini di teoria dei giochi, e Navalny la gestisce magistralmente, facendo compiere al governo sempre lo stesso scivolone. Il nervosismo al vertice si intuisce anche dalla frecciata del portavoce del presidente Dmitry Peskov al sindaco di Mosca, «è un problema del municipio». Ma il segnale più importante viene dalle regioni: in 187 città russe i ragazzi sono scesi in piazza al richiamo di Navalny, e quasi ovunque le autorità locali hanno preferito concedere l’autorizzazione a manifestare invece che correre il rischio dello scontro (anche se non sono mancati i fermi). La protesta ha assunto una geografia mai vista, e anche se i numeri non sono altissimi, si tratta di un segnale di cambiamento che nell’anno precedente alle elezioni non può non preoccupare il Cremlino (il cui capo ufficialmente non ha ancora annunciato di volersi ricandidare). Lo scontento economico e sociale – come quello per la “rinnovazione”, il megaprogetto di demolizioni di Mosca, i cui oppositori ieri, abbandonati da Navalny e quindi ignorati dai media, parlavano di «cambiare sistema e non i singoli» – potrebbe così trovare un leader, una rete e una parola d’ordine. Non metterebbe a rischio l’eventuale vittoria di Putin, ma potrebbe renderla meno legittima e brillante. Sempre che Navalny non voglia proseguire l’escalation: per il momento, l’offensiva la conduce lui.
Fonte: La Stampa
nerio
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“ll presidente Putin ha detto che la Russia non considera gli Stati Uniti di essere un nemico, come i due paesi sono stati alleati in due guerre mondiali. Putin ha parlato al suo Q & A annuale, in cui un auto-descritto americani filo-russo ha chiesto come poteva convincere i suoi colleghi americani che Mosca non era un nemico.
Putin ha detto che i due paesi sono stati alleati in due guerre mondiali.
Putin ha ribadito la sua assentation che il sentimento anti-russo negli Stati Uniti provengono da lotte politiche interne in America.
Il presidente ha detto la Russia ha “molti amici ” negli Stati Uniti, anche se “ i media isteria ” ha preso il suo pedaggio sulle relazioni bilaterali. Nel complesso, Mosca ritiene relazioni USA-Russia tornerà alla normalità.
Putin ha commentato la testimonianza al Congresso fatta dall’ex direttore dell’FBI James Comey, che ha accusato la Russia di interferire con l’elezione degli Stati Uniti.
Ho riletto la versione russa di questa parte non c’è più l’ironia in esso, è qualcosa di simile
E ‘ ” una buona cosa abbastanza ” Comey non ha accusato la Russia di interferenza nel conteggio dei voti durante le elezioni 2016 degli Stati Uniti, ha detto Putin.
Il presidente ha detto l’influenza della Russia sulle menti di americani non era superiore a quello di America, che sponsorizza le ONG in tutto il mondo con l’obiettivo di influenzare i paesi in cui lavorano.
Egli ha anche sottolineato che le perdite di Comey ai media sulle sue conversazioni con Trump lo ha messo in una posizione vulnerabile.
” [Comey] improvvisamente ha detto che ha registrato una conversazione con Trump, e poi consegnato il nastro verso i mezzi di comunicazione, il che è strano .”
” Qual è la differenza tra lui e il signor [Edward] Snowden allora? E ‘un attivista per i diritti umani, allora, non un capo dei servizi segreti, “, ha detto Putin.
“In ogni caso, se questo comporta un qualche tipo di azioni penali contro di lui [Comey], siamo pronti a concedergli asilo in Russia. Egli deve essere consapevoli di questo “, ha aggiunto Putin.
https://www.rt.com/news/392404-putin-russia-usa-enemy/
Mulder
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Non Avevo letto i commenti di Saviano su Navalny, e non posso proprio tacere…
Le Fake di una Stampa di regime sono quotidiane, e va chiarita l’esaltazione di un ” Eroe” costruito dalla CIA che non mostra nessun valore civile e democratico: anzi.
L’impostore condannato per truffa a Kiev con 5 anni di galera, e’ assunto come apostolo della libera’ conto il Tiranno che lo persgue. In effetti il Blogger ama essere arrestato ed ogni volta, la sera prima della manifestazione, accordata, cambia il percorso, e lo pone nel luogo peggiore possibile, senza autorizzazione, per passare per vittima.
Saviano con le sue difese della liberta’, quando non copia , scrive cazzate, e lo spaccia come leader delll’opposizione Russa, paladino anti corruzione.., un corrotto furfante che e’ invece riconosciuto ovunque come xenofobo, razzista e nazi, il tipo adatto ad essere sostenuto dalla Ong americana Endowment for Democracy , finanziata dal Congresso Usa, come dichiara nel suo sito, cioe’ da una succursale dei servizi Usa.
Nel 2010 viene ammesso come allivo del Greenber World Fellows Program ( un programma di Yale creato nel 2002 per creare leader globali addomesticati, per i suoi meriti.
Infatti nel 2006, come democratico, appoggia e partecipa alla marcia degli Ultranazionalisti Russi, mentre nel 2013 propone un passaporto interno ed urla che bisogna cacciare tutti gli immigrati dalla Russia. Xenofobia e demagogia della peggior specie, tipica della democrazia esportata dalle Ong come Amnesty , una delle peggiori maschere del potere Usa.
E qualcuno pensa di proporlo per insidiare Putin..?? E’ una zecca che serve solo a mantenere le sanzioni alla Russia, e per dare almeno un senso al loro mantenimento.. Fake a volonta’ , come quella di un presidente Usa che e’ accusato di essere Agente di Putin e daccordo col Congresso promette nuovi embarghi verso Mosca… Se la Russia fosse davero quella che proclama, starebbe marcendo in galera dal 2013, quando fu beccato per appropriazione indebita di mezzo milione di dollari..!!
Ma contro Putin, a parte l’invasione Militare della Crimea, non hanno proprio nulla di reale da dire?? Quale penoso teatrino continuano a mantenere, dopo quello Ukraino…ma e’ evidente che la stupidita’ non ha vaccinazioni …
nerio
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Consuelo
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ronin
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Si fottano Amnesty, gli USA e Sky: Putin fa bene a reprimere. Fra dissenso e golpe, esiste differenza
Di Mauro Bottarelli
https://www.rischiocalcolato.it/2017/06/si-fottano-amnesty-gli-usa-sky-putin-bene-reprimere-fra-dissenso-golpe-esiste-differenza.html
Ve lo avevo detto la scorsa settimana: attenzione al 12 giugno e alle manifestazioni anti-corruzione che l’infiltrato di Soros in Russia, Alexei Navalny, ha organizzato in concomitanza con la festa nazionale, oltretutto premettendo che le stesse si sarebbero svolte anche senza il via libera delle autorità. Di fatto, già così – in base alle legge russa sulle manifestazioni pubbliche – il pasionario globalista poteva essere posto in stato di fermo, se la Russia fosse il regime impietoso e liberticida che dipingono. Non è accaduto, si è atteso fino all’ultimo e a Navalny e ai suoi è stato garantito il diritto di manifestare in viale Sakarhov, liberamente. Ma quando domenica notte, il blogger ha invitato i suoi sodali a cambiare luogo di incontro, scegliendo la centralissima via Tverskaya, le autorità hanno drizzato le antenne.
…
E non tanto per la palese violazione della legge a fronte di una scusa idiota, mancanza dell’impianto di amplificazione, bensì proprio per la concomitanza della festa nazionale, la quale ha visto per le vie di Mosca circa 2,5 milioni di persone. Ora, al netto della russofobia imperante che vedrebbe Putin criticato anche se facesse una donazione all’Unicef, vi pare così folle – con l’aria che tira, tra furgoni killer e pazzi assortiti – evitare che una manifestazione politica apertamente provocatoria e anti-governativa vada a mischiarsi con famiglie in festa, offrendo un bersaglio perfetto a eventuali terroristi e rischiando anche di innescare scontri fratricidi con simpatizzanti di Putin? Le eventuali vittime russe valgono meno di quelle di Manchester o Londra? Di più, l’intento mediatico dell’operazione di Navalny era chiaro: riunirsi dove si festeggiava la festa nazionale, in modo da mischiarsi e vendere all’informazione occidentale, consenziente e prona, i numeri che si vogliono, trasformando un raduno di qualche migliaio di persone in un’adunata oceanica del popolo russo contro Putin.
…
ecc…
…
Consuelo
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Din: il vostro articolo
Don:
Navalny protests: Western media don’t care about facts when cheering their Russian opposition hero
https://www.rt.com/op-edge/392011-navalny-unsanctioned-protest-western-media/
Dan.…. attendo