Il Dipartimento di giustizia americano ha nominato un ‘procuratore’ speciale per sovrintendere le indagini federali sul Russiagate, dalle interferenze di Mosca sulle elezioni presidenziali Usa del 2016 ai possibili legami tra la campagna di Donald Trump e agenti russi.
L’incarico è stato affidato all’ex direttore dell’Fbi, Robert Mueller.
E’ stato autorizzato a perseguire ogni reato penale che dovesse emergere dalle indagini.
Le indagini “dimostreranno che non c’è stata nessuna collusione tra la mia campagna e alcuna entità straniera”, afferma Donald Trump, che spera “che questa vicenda si chiuda velocemente”.
I legami finanziari di Trump con oligarchi russi e mafiosi. Scoop esplosivo dall’Olanda – VIDEO
Dopo tante polemiche, i democratici hanno ottenuto quello che volevano ma che la Casa Bianca reputava non necessario: il dipartimento americano di Giustizia ha scelto un procuratore speciale a cui affidare la guida delle indagini sull’interferenza della Russia nelle elezioni presidenziali americane e sui possibili legami tra la campagna di Trump e funzionari russi.
La decisione è stata annunciata dal vice segretario alla Giustizia Rod Rosenstein, colui che aveva espresso al presidente Usa un giudizio negativo su James Comey, il direttore dell’Fbi silurato a sorpresa il 9 maggio scorso formalmente per la sua gestione dell’emailgate legato a Hillary Clinton. E’ tuttavia il Russiagate su cui restano i riflettori.
Quello che Rosenstein chiama “consulente speciale” è Robert Mueller III, capo dell’Fbi dal 2001 al 2013. Secondo il vice del ministro alla Giustizia Jeff Sessions – che si è astenuto dall’inchiesta sul Russiagate – quella figura “è necessaria affinché il popolo americano abbia piena fiducia nell’esito” dell’inchiesta. “La nostra nazione si basa sullo stato di diritto e il pubblico deve avere la garanzia che i funzionari pubblici applichino la legge in modo giusto”.
In una nota Rosenstein ha spiegato che “alla luce delle circostanze uniche, l’interesse pubblico mi richiede di portare questa indagine sotto l’autorità di una persona che eserciti un grado di indipendenza rispetto alla normale catena di comando”.
Non è chiaro cosa abbia spinto il vice ministro alla Giustizia a compiere una tale mossa, specialmente all’indomani delle indiscrezioni del New York Times secondo cui lo scorso febbraio Trump aveva chiesto a Comey di chiudere l’indagine su Michael Flynn, l’ex generale che ha giocato un ruolo chiave nella campagna del miliardario di New York e che fu scelto come consigliere alla Sicurezza nazionale; fu tuttavia costretto a dimettersi dopo nemmeno un mese in tale incarico perché aveva fuorviato il vicepresidente Mike Pence sulle sue conversazioni con l’ambasciatore russo in Usa.
Rosenstein ha voluto precisare che “la decisione non sta a significare che crimini siano stati commessi o che incriminazioni siano necessarie”.
Mueller ha accettato l’incarico: ha dato le dimissioni nello studio legale Wilmer Hale di cui è partner per evitare conflitti di interesse.