L’Isis ha annunciato di aver ucciso un combattente italiano, di origini toscane, che combatteva in Siria accanto ai curdi nei pressi Deir el-Zoor, nella località di Al Baghuz. Il giovane italiano, classe ’86, era entrato nel paese alla fine del 2017. Si tratta, stando a quanto scrive Site, di Lorenzo Orsetti. Fonti curde hanno dichiarato all’agenzia Ansa che Orsetti nelle file delle milizie curde Ypg, legate al Pkk turco, a conferma di quanto riferito sui social network e da media locali e internazionali, e di recente era stato intervistato da media italiani come combattente volontario a fianco dei curdi contro lo Stato islamico.
In una serie di immagini diffuse online e firmate al-Barakah, l’area della Siria orientale che era sotto il controllo dell’Is, la formazione jihadista pubblica alcuni documenti che sostiene appartengano a Orsetti. L’Is pubblica anche una foto, in bianco e nero, che ritrae l’uomo senza vita. Negli ultimi tempi numerosi volontari stranieri si sono uniti alle Fds per combattere i soldati del califfato.
Nello scritto, Orsetti raccontava di uno scontro a fuoco, casa per casa, dell’uccisione di un miliziano di Daesh e della risposta degli islamisti tra cecchini e attacchi aerei. “Faccio appena in tempo a coprirmi con le braccia la testa, prima che i detriti c’investano. Una grossa pietra mi centra in pieno petto, facendo saltare la molla di uno dei caricatori, che a momenti quasi mi prende in faccia – scriveva – Il caricatore se non altro attutisce l’impatto, assieme alla piastra antiproiettile che mi ha lasciato Kawa; non sarei morto, ma magari senza qualche costola me la incrinavo”.
Fonte: Il fatto quotidiano
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Aderiamo e partecipiamo alla manifestazione del 23 marzo a Roma “Marcia per il clima e contro le grandi opere”:
– perché essa è una vera espressione della mobilitazione e dell’impegno delle masse popolari organizzate contro le grandi opere inutili e dannose e contro gli effetti sul clima, sull’ambiente e sul territorio che produce il modo di produzione capitalista. E’ una manifestazione che “nasce dal basso” ed è principalmente rivolta a cercare e trovare dal basso le soluzioni e le alternative al degrado generale a cui la borghesia imperialista ha ridotto il pianeta e il nostro paese;
– perché essa è la più inclusiva e rappresentativa mobilitazione di coloro che, territorio per territorio, dalle “grandi vertenze” alle “piccole resistenze”, cercano e propongono soluzioni immediate, possibili e realistiche al disastro imposto dalla borghesia imperialista e dalla logica del profitto eretta a legge oggettiva della società;
– perché, come combinazione delle due ragioni precedenti, è una mobilitazione che pone in modo aperto la questione della costruzione dell’alternativa economica e sociale al modo di produzione capitalista e della costruzione dal basso delle strutture collettive di gestione della società. Benché sia il tema di quale sia l’alternativa al modo di produzione capitalista che il tema delle forme e del contenuto delle strutture collettive di gestione della società siano ancora posti in modo fumoso e aleatorio, si tratta della più evidente manifestazione della coscienza diffusa fra le masse popolari della necessità e dell’urgenza di dare alla storia quella spinta di cui ha bisogno per superare l’era barbarica e primitiva costituita in questa epoca dai rapporti di produzione capitalisti (sfruttamento dei lavoratori e devastazione dell’ambiente per ricavarne profitto); si tratta della più matura spinta – basata sul senso comune corrente – alla trasformazione socialista della società.