“America First”, l’ha ripetuto due volte Donald Trump, e con molta enfasi nel suo discorso d’insediamento, il 20 gennaio, dopo averlo detto e ridetto nei suoi comizi elettorali. Fino a diventare con Make America Great Again, il mantra della sua corsa verso la vittoria. Ma è uno slogan insensato, ed è anche offensivo. Lo è sicuramente per gli ebrei americani, molti dei quali lo considerano antisemita dal momento che l’associano alla campagna anti-interventista dell’aviatore filonazista Charles Lindbergh.
Durante la campagna elettorale, diversi gruppi ebraici avevano messo in guardia, tra questi l’Anti-Defamation League (ADL).
A conferma delle giuste preoccupazioni della comunità ebraica, il capo del Ku Klux Klan David Duke ha commentato molto positivamente il discorso d’inaugurazione di Trump, considerandolo una dichiarazione di guerra a quella che gente della sua risma considera the Jewish agenda. In un tweet Duke usa l’abbreviazione antisemita ((0)) che sta per “echi” dell’influenza degli ebrei.
America First furono le parole che galvanizzarono un vasto movimento populista contrario all’ingresso degli Usa in guerra contro la Germania nazista, mentre le truppe di Hitler già invadevano Belgio e Francia nella primavera del 1940. Si costituì anche un comitato, America First Committee, che si opponeva al sostegno offerto dal presidente Franklin D. Roosevelt alla Francia e alla Gran Bretagna, raccogliendo oltre 800.000 adesioni.
L’America First Committee era caratterizzato da una retorica antisemitica e filofascista. Il suo più importante esponente, Lindbergh, attaccava esplicitamente gli ebrei americani perché spingevano l’America verso l’intervento in Europa.
“Le razze inglese ed ebraica – disse in un comizio nel settembre 1941, desiderano, per ragioni che non sono americane, che siamo coinvolti nella guerra”.
“È una frase davvero velenosa con una storia davvero putrida”, ha detto al Los Angeles Times Susan Dunn, docente di storia politica americana. Lindbergh e altri esponenti di spicco di America First erano convinti che la democrazia fosse in declino e che il fascismo rappresentasse un nuovo futuro, commenta ancora Susan Dunn.
di JOHN JAY DEER da www.ytali.com
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Consuelo
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Alcun dubbio al riguardo
nerio
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Che sia vero ? Ma saranno comunque state bombe che esportavano pace e democrazia.