Con la Germania, Renzi farà la fine di Berlusconi

Il premier gioca la carta anti-tedesca, ma lo fa da una posizione di debolezza, non di forza. Nel qual caso non potrà invocare a scusa una fantomatica congiura …

Il premier gioca la carta anti-tedesca, ma lo fa da una posizione di debolezza, non di forza. Nel qual caso non potrà invocare a scusa una fantomatica congiura internazionale, avrà solo da rimproverare se stesso e la sua politica di breve respiro.

Agli inizi del 2014 scrissi un pamphlet sull’Europa. La mia speranza era di aiutare l’elaborazione di una diversa politica europea da parte del nuovo governo. L’Italia era (ed è) divisa tra antieuropeisti radicali ed europeisti acritici. La mia posizione era semplicemente che l’Italia non ha futuro al di fuori dell’Europa, ma l’Europa non ha futuro se non cambia. Per facilitare questa trasformazione, l’Italia deve cambiare non solo la propria politica interna, ma anche quella nei confronti dell’Europa.

Oggi l’Europa è completamente succube dell’egemonia tedesca. I tedeschi sono riusciti nel non facile obiettivo di elevare il proprio interesse nazionale a principio economico e valore morale. Insistono sul sacrosanto principio della stabilità dei prezzi, ma lo fanno perché la maggiore flessibilità dei salari tedeschi permette loro di “svalutare” i loro prezzi, esportando la loro disoccupazione. Predicano il giusto principio del bail-in, perché le loro banche in difficoltà le hanno già aiutate. Sostengono la necessità di un rigore di bilancio (necessario per i paesi fortemente indebitati come l’Italia), perché hanno già effettuato il loro aggiustamento e per loro una maggiore domanda avrebbe come conseguenza solo una maggiore inflazione in Germania.

In altre parole, la Germania è riuscita a rafforzare la sua egemonia economica con una fortissima egemonia culturale ed ora usa questa egemonia culturale per rafforzare ulteriormente la propria egemonia economica a scapito delle imprese degli altri paesi europei, Italia in testa. La Germania è riuscita in questo non solo grazie ai suoi amici, ma soprattutto grazie ai suoi nemici. Se l’alternativa al rigore tedesco è l’espansionismo di bilancio, che crede che la crescita si generi stampando denaro, come non si può essere filo tedeschi? Se l’alternativa al bail-in è la socializzazione delle perdite prodotte da banchieri corrotti, come non si può essere filo tedeschi? In altre parole, se l’unica alternativa al dominio tedesco è il Venezuela di Chavez e Madauro o l’Argentina della Kirchner, qualsiasi persona assennata preferisce il dominio tedesco. Ma perché questa deve essere l’unica alternativa? La speranza delineata nel mio libro era quella di combattere l’egemonia tedesca con una idea diversa di Europa. Un’idea che si basasse su seri principi economici, traendone le logiche conseguenze, anche quando queste non erano favorevoli alla Germania. Ad esempio, qualsiasi economista degno di questo nome ammette che un’unione monetaria non è sostenibile senza un’unione fiscale. Il primo, più facile, passo verso un’unione fiscale è una assicurazione europea contro la disoccupazione. Perché non rendere la creazione di tale meccanismo il fulcro della nostra politica europea? Altrettanto vale per un’assicurazione comune sui depositi. Per finire, il primo Paese a violare le regole europee è proprio la Germania, che non fa nulla per ridurre il suo pesante avanzo commerciale nei confronti di tutti i partner europei. Perché non incentrare i meeting europei sulla flessibilità su questo problema?

La straordinaria vittoria elettorale di Renzi nel maggio 2014, unita alla presidenza di turno dell’Unione Europea, dava al giovane Presidente del Consiglio un’occasione unica per combattere questa battaglia. Come maggior paese del sud Europa, Renzi poteva coalizzare gli altri paesi mediterranei, bisognosi di aiuti, intorno a questa idea. Come maggior partito dell’area socialdemocratica, Renzi poteva trascinare in questa battaglia anche la SPD tedesca, che si sarebbe trovata spiazzata a combattere un’iniziativa sociale come un sussidio alla disoccupazione. Come principale argine al populismo antieuropeo, Renzi poteva vendere questa idea anche al cancelliere Merkel, facendole capire che una sua sconfitta su questo fronte avrebbe comportato una sconfitta dell’Europa. Per fare questo, però, Renzi avrebbe dovuto essere rigoroso sul deficit pubblico, per dimostrare che la sua battaglia non era una scusa, ma una battaglia di principio.

Renzi ha preferito una strada diversa. Ha preferito ingraziarsi Merkel non sollevando queste obiezioni, anzi schierandosi con lei contro i ribelli greci, non capendo che rischiamo presto la stessa sorte. Ha preferito il silenzio per giocarsi qualche decimale in più di deficit, da spendere in manovre puramente elettorali, come i 500 euro di bonus culturale ai diciottenni.

Purtroppo la manovra ha avuto vita breve. Il flirt politico con Merkel non è durato che lo spazio di un mattino. Esaurito rapidamente il credito che aveva in Europa per avere stravinto un’elezione e per non essere Berlusconi, Renzi si è trovato rapidamente in contrapposizione con la Germania. Questa tensione nasce da interessi nazionali divergenti, ma nasce soprattutto da un desiderio del nostro Presidente del Consiglio di inseguire gli avversari elettorali sul loro terreno. Oggi Renzi gioca la carta anti-tedesca, ma lo fa da una posizione di debolezza, non di forza. Per acquistare credibilità non deve chiedere concessioni all’interno della logica che la Germania ha reso egemonica (maggiore flessibilità rispetto al patto di stabilità), ma deve esporre le contraddizioni all’interno della logica tedesca. La moneta comune è sostenibile solo con una redistribuzione fiscale. A quale tipo di redistribuzione fiscale è disponibile la Germania? Le norme sul bail-in sono giuste solo se esiste un’assicurazione europea sui depositi, fino a che la Germania non accetta questo principio, noi sospendiamo l’applicazione del bail-in. Quale iniziative si impegna a fare la Germania per ridurre il proprio avanzo commerciale? Per prendere queste posizioni, però, Renzi deve essere credibile sul fronte fiscale. Altrimenti rischia di fare la stessa fine di Berlusconi. Nel qual caso non potrà neppure invocare a scusa una fantomatica congiura internazionale, avrà solo da rimproverare se stesso e la sua politica di breve respiro.

di Luigi Zingales

Fonte: Il Sole 24 Ore

 

 

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5 commenti

  1.   

    Per la serie  il ..RUGGITO DEL TOPO–  presentiamo matteo renzi in divisa da combattimento mentre passa in rassegna le truppe. SFOggiando uno dei rolex avuti in dono…uno lo ha regalato al figlio di LUPI.. si atteggia a fotocopia del DUCE. Passo marziale, mascella volitiva ha dichiarato..noi spezzeremo i..remi… all’Isis così la smetteranno di usare i mosconi del 42 per infiltrare immigrati. Poi bombarderemo a.  carciofini.. il..bagnasciuga.. davanti a Tripoli. Mentre il cavallo.. alfano.. chè è un incrocio fra un ..ronzino.. ed un ..roano.. nitriva e scalpitava in sottofondo.La paura forse, di essere usato come proiettile.

  2.   

    caro PIPPACCHIONE.  vedi  i miei  sono parenti  i filistei per Sansone no.  è una notevole differenza.  Non avevo notato che..scancellano… parole che ormai sono nella ..vulgata.  di ogni discorso.  Allora non posso più nominare il giornalista… CAZZULLO…  lo chiamerò.. PIPPETTA…  e non potrò più dar del ..fighetto….Dr CIARROCCA  intervenga mi pare che il sito senza sceriffi  , censori  ecc ecc sia di per sè già moderatamente moderato. Pure io mi astengo dallo scrivere in maniera romagnolescamente forbita. AD MAIORA  Che sia il caso di far trasferir PIPUPO  ?

  3.   

    Robyuan, ma che mink di traduttore sei…. usiamo il detto di Sansone e ci sbrighiamo prima! AhAhAh!!! Ciao Comunque che nei confronti di Berlusconi ci sia stata una ventennale congiura, sono perfettamente d’accordo e certa gente, sappiamo chi sono, andrebbero giudicati a Norimberga!
    PS Ieri ho notato che è entrato in funzione il censor cortese, anche se camuffi le parolacce per non farle modificare automaticamente è entrato in funzione il “blip”…. siamo rovinati!!!  AhAhAhAh!!!!

    Originariamente inviato da robyuankenobi: tshirt.  A  quanto leggo sembra di capire che nei confronti del ex cav Berlusconi ci sia stato un complotto  modello di quello ripetibile per Renzi? .  vera la tua osservazione. entrambi democristiani  ergo entrambi ..fasulli…  Ma da noi c’è un detto  di saggezza popolana.–s’ò da murì ì l’è mei chi mora tot i   mì   .te lo traduco perchè il celtico è lingua ..ostica.. Se debbo morire io è meglio che muoian i miei….Ma infine a sinistra non sostenevano che si trattava di una baggianata ..berlusconesca?… 

     

  4.   

    tshirt.  A  quanto leggo sembra di capire che nei confronti del ex cav Berlusconi ci sia stato un complotto  modello di quello ripetibile per Renzi? .  vera la tua osservazione. entrambi democristiani  ergo entrambi ..fasulli…  Ma da noi c’è un detto  di saggezza popolana.–s’ò da murì ì l’è mei chi mora tot i   mì   .te lo traduco perchè il celtico è lingua ..ostica.. Se debbo morire io è meglio che muoian i miei….Ma infine a sinistra non sostenevano che si trattava di una baggianata ..berlusconesca?… 

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    considerazioni giuste ma conclusioni paralitiche. Ovvero fiacche e patetiche, di chi resta interno al sistema. Soprattutto non viene analizzato il fatto che la presunta opposizione di Renzi alla Merkel non si poggia veramente su nulla in concreto, solo bla bla bla — nessun fatto, nessun atto, nessuna richiesta di vertice europeo straordinario, nessuna proposta per scuotere l’Ue dalla sua impotenza e dall’accelerazione del declino. Del resto sono due democristiani, la Merkel e Renzi, non dimentichiamolo. L’unico atto dell’ex sindaco di Firenze resta la richiesta di flessibilita’ sul deficit richiesta a Bruxelles ma ovviamente e’ una manfrina tutta interna alla situazione economica e politica italiana, a Bruxelles si fanno sorrisini in stile sarkozy/merkel con il berlusca nel 2011, stesse reazioni, a vedere un’Italia senza visione e senza forza.