Due miliardari in corsa? Hillary Clinton non sfonda, nei sondaggi prevale l’anziano democratico socialista. Trump sta per avere l’endorsement repubblicano (contro Cruz). Scende in campo l’ex sindaco di New York.
Nell’ultimo sondaggio Cnn, nel campo dei candidati democratici alla Casa Bianca, Hillary Clinton e’ scivolata al secondo posto sia in Iowa (dove si vota per le primarie tra 8 giorni, l’1 febbraio) sia in New Hampshire, con il candidato socialista anti banche e anti miliardari, Bernie Sanders, solidamente al primo posto. Sanders ha un vantaggio di 8 punti su Hillary Clinton, in Iowa risulta in testa con il 51% rispetto al 43% dell’ex Segretario di Stato. La Clinton non convince, non smuove donne e giovani, parte cruciale dell’elettorato democratico. In pratica rappresenta il vecchio establishment che non si e’ rinnovato. Anche se la sua esperienza di governo potrebbe alla fine convincere l’elettore medio, rispetto a candidati populisti e demagoghi non affidabili come Trump e Sanders.
Se la Clinton non riuscisse ad ottenere la nomination del Partito Democratico, secondo voci circolate a New York, potrebbero verificarsi due eventi: il vicepresidente Joe Biden sarebbe indotto a riconsiderare la propria candidatura (aveva rinunciato un paio di mesi fa) per le presidenziali di novembre; e l’ex sindaco di New York, Michael Bloomberg, a capo di un impero media, potrebbe considerare anche lui di scendere in campo nella corsa alla Casa Bianca, correndo come indipendente.
Grande fermento anche sul fronte del Partito Repubblicano, dove l’establishment conservatore si prepara a rassegnarsi alla quasi certa nomination di un candidato non suo, e anzi osteggiato fin qui con tutti i mezzi, Donald Trump, certamente non conservatore (narcisista, populista, demagogo e interessato esclusivamente al proprio business) pur di evitare che una qualsiasi chance di vittoria alle primarie possa essere data all’evangelico Ted Cruz, inviso ai grandi donors e all’elettore medio repubblicano.
Nell’ultimo sondaggio Cnn sul favore degli elettori per i candidati del Partito Repubblicano in Iowa, Trump risulta nettamente in testa con il 37%, secondo e’ Ted Cruz con il 26% e staccato al terzo posto e’ Marco Rubio con il 14%. Tutti gli altri (erano 17 candidati) hanno percentuali irrilevanti con nessuna rilevanza statistica. Ieri Trump per l’ennesima volta ha rotto tutti gli schemi della politica mediatica, con una nuova dichiarazione provocatoria: “Anche se io sparassi a qualcuno sulla Fifth Avenue a New York, non perderei neanche un voto, tanto fedele e’ la base dei miei elettori”.
Il democratico Sanders ha commentato: “Se Bloomberg decidesse di candidarsi e Trump vincesse la nomination repubblicana, e se io diventassi il candidato del Partito Democratico battendo Hillary Clinton, avrei certamente molte probabilita’ di diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti, in quanto una vittoria contro due miliardari (Trump e Bloomberg) sarebbe chiesta a gran voce dai cittadini americani. Sarebbe una rivolta di popolo”.
Da una parte la possibilità che sia davvero Donald Trump a ottenere la nomination per i repubblicani; dall’altra Hillary Clinton, che fatica nei sondaggi e che ancora non si è disfata del “mail-gate”. Data la situazione, il miliardario ex sindaco di New York Michael Bloomberg potrebbe averci visto giusto, se fosse vera l’indiscrezione del New York Times secondo la quale sarebbe pronto a candidarsi per la Casa Bianca.
E dopo essere stato il primo sindaco di New York eletto dopo essersi candidato da indipendente – negli anni ’50 un democratico era diventato indipendente dopo aver preso la carica – così Bloomberg avrebbe la folle ambizione di diventare il primo presidente degli Stati Uniti né democratico, né repubblicano. Qualcosa che, prima di lui, hanno tentato con serie ambizioni di vittoria in pochissimi, ma tra questi vale la pena di ricordare Ross Perot, nel 1992.
La situazione, in effetti, sembra ideale; visto che i repubblicani – di cui Bloomberg incarna(va) l’ala più moderata – sono alle prese con la deriva estremista di Trump a cui tutti gli altri si devono in qualche accodare, mentre i democratici stanno scoprendo – una seconda volta – che Hillary Clinton potrebbe non essere quel formidabile candidato che tutti hanno pensato che fosse, tanto che rischia di vincere le primarie il “socialista” Bernie Sanders.
Ecco, per Bloomberg lo scenario ideale sarebbe questo: da una parte Trump, dall’altra Sanders. Tra i due, c’è spazio abbondante per un “repubblicano illuminato” che piace a molti democratici e che avrebbe, a quel punto, serie chance di vittoria puntando tutto sulla maggioranza silenziosa del centro.
La decisione verrà presa a marzo, quando lo scenario delle primarie sarà più chiaro. Ma se dovesse davvero prendere una decisione del genere, l’investimento sarebbe di quelli pesanti: un miliardo di dollari tirati fuori dal suo patrimonio personale, che è di 35 miliardi.
croc_ny
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