Che cosa succederebbe se al referendum istituzionale di ottobre vincessero davvero i no come pronosticano quasi tutti i sondaggi?
Matteo Renzi – come ha annunciato più e più volte (salvo poi cercare un’improbabile retromarcia) – si dimetterebbe da presidente del Consiglio, senza magari lasciare la politica definitivamente. Ma la fine di questo governo è praticamente certa se veramente le riforme del Pd venissero affossate dagli italiani. Il punto è che cosa accadrebbe dopo.
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Escluso il ritorno immediato alle urne, visto che ci sarebbero due leggi elettorali diverse: l’Italicum per la Camera e il Consultellum per il Senato. In questi giorni – secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it – al Quirinale si lavora allo scenario del dopo-Renzi. L’ipotesi al vaglio è quella di un esecutivo del Presidente e di larghe intese (con Forza Italia e senza 5 Stelle e Lega) che modifichi la legge elettorale e traghetti il Paese alle elezioni politiche anticipate o nella tarda primavera del 2017 o all’inizio del 2018.
Il Colle sta vagliando diverse ipotesi e al momento quella che sembra più probabile porta ad un clamoroso ritorno a Palazzo Chigi di Enrico Letta, defenestrato nel febbraio del 2014 da Renzi con il famosissimo hashtag #enricostaisereno. Scartate le ipotesi Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (non politico), e Giuliano Amato (troppo impopolare). Letta in versione traghettatore avrebbe l’ok anche della minoranza dem, la maggioranza renziana non potrebbe opporsi, oltre che dei centristi verdiniani e alfaniani e di Silvio Berlusconi. All’opposizine resterebbero i 5 Stelle, la Lega, Fratelli d’Italia e Sel.
Il destino gioca strani scherzi e quindi tra qualche mese potremmo rivivere al contrario la scena del passaggio di consegne Letta-Renzi del 2014, ma stavolta la steffetta sarebbe Renzi-Letta. Pare – stando ai boatos del Transatlantico – che i contatti tra Mattarella e l’ex premier Letta siano in corso da settimane. Ovviamente del tutto informali, ma è sempre meglio non farsi trovare impreparati in caso di vittoria dei no al referendum istituzionale.
Fonte: Affaritaliani.it
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