Venezia può morire se perde la memoria, se non sapremo intenderne lo spirito e ricostruirne il destino. Fragile, antica, unica per il suo rapporto con l’ambiente, Venezia si svuota di abitanti, e intanto è bersaglio di innumerevoli progetti, che per “salvarla dall’isolamento” ne uccidono la diversità e la appiattiscono sulla monocultura di una “modernità” standardizzata, riducendola a merce, a una funzione turistico-alberghiera.
La città più romantica in assoluto lo è sempre stata. Ora è anche la quarta più economica al mondo, almeno secondo la classifica Best Travel 2017 di Lonely Planet, che pone Venezia tra le principali mete low cost dietro solo a Nepal, Namibia e Porto.
Ecco spiegato l’assalto alla diligenza di questi giorni: complici anche il ponte di Ognissanti, e le tragedie del terremoto, che hanno costretto tanti visitatori a tenersi alla larga dalle città d’arte del Centro Italia, in Laguna si sono vissute le giornate più nere della storia recente, con chilometri di code di auto su un ponte della Libertà letteralmente al collasso e treni trasformati in pollai. Un afflusso degno del peggior Carnevale, con l’aggravante che nessuno se l’aspettava, completamente fuori dall’alta stagione classica e senza convogli straordinari per evacuare decine di migliaia di turisti «mordi e fuggi».
LE PRENOTAZIONI ONLINE
Superata l’ennesima emergenza, adesso il ritornello che circola in città è «Mai più». Unica opzione, adottare un sistema di prenotazioni online che contingenti i flussi e permetta di godere appieno degli splendori di Venezia, ciò che ora spesso non accade per troppa calca. Un numero chiuso «salva-Laguna». Il Comune conta di adottare la strategia elimina-code e annulla-disagi già per la prossima estate.
«Stiamo cercando la migliore soluzione possibile – fa sapere l’assessore al Turismo Paola Mar -, siamo alla vigilia di una rivoluzione e quindi la partecipazione di tutti è fondamentale. Una commissione sta analizzando ogni dettaglio dei progetti che ognuno può presentare. Poi decideremo. E sarà una scelta che dovrà migliorare la qualità della vita di tutti, residenti e turisti».
Le idee sono svariate, ma i tornelli a piazzale Roma e alla stazione ferroviaria di Santa Lucia sembrano utopia. Più agevole sfruttare la tecnologia: pannelli di controllo a parete e applicazione sullo smartphone per accedere a calli e canali. Unico dubbio: cosa ne sarà dei trasgressori? Un punto ancora oscuro, da analizzare assieme alla possibilità di introdurre un ticket che accenda il semaforo verde per la visita della città, accanto alla tassa di soggiorno introdotta da anni, ma che riguarda solo chi si ferma a dormire, cioè 4,5 milioni di persone nel 2015 (per un totale di 10,125 milioni di pernottamenti), a fronte di circa 25 milioni di turisti stimati complessivi.
«Ogni discorso specifico è prematuro – conclude l’assessore -, ma l’impegno è di bruciare le tappe. Vogliamo arrivare ad una sintesi delle proposte entro la fine dell’anno, per poi passare alla fase operativa. Siamo persuasi che un sistema di prenotazioni sarà apprezzato da tutti, perché a nessuno piace essere trascinato dalla folla invece di godersi con tranquillità i nostri splendidi scorci. E lo si dovrà fare prescindendo dalla stagionalità: Venezia è incantevole sempre, di più quando nelle foto compaiono anche i monumenti e non solo volti di sconosciuti».
Fonte: La Stampa
Sei sei interessato al tema, leggi il libro: Se Venezia muore, di Salvatore Settis