Beppe Grillo sta per essere rimosso dal M5S

In un'assemblea in videoconferenza 330 iscritti al Movimento, scelti a sorte (nessuno sa chi siano), supportati da esperti, inclusi alcuni parlamentari, decidono la sorte del fondatore, oggi garante.

Beppe Grillo potrebbe essere fatto fuori dal Movimento 5 Stelle. Il fondatore, oggi garante – ex ‘elevato’ – è in uno scontro frontale con l’attuale presidente Giuseppe Conte (che lui stesso aveva portato al vertice). Beppe in queste ore è in bilico, visto che una speciale commissione di 330 persone voluta da Conte sta per arrivare a una decisione sul ruolo del garante.

Nessuno sa chi siano, ma questi 330 – scelti online – hanno in mano il futuro del M5s. L’assoluta riservatezza sull’identikit dei protagonisti del confronto deliberativo alimenta qualche perplessità anche nella base pentastellata, in questa fase critica in cui il Movimento sta valutando la possibilità di una profonda revisione strutturale e decisionale.

M5S, Beppe Grillo messo in discussione. Sul destino del garante deciderà il congresso di novembre

Centrale in questa discussione è il documento “guida alla discussione per il confronto deliberativo nell’assemblea costituente”, elaborato dalla società ‘Avventura urbana’, che raccoglie le proposte di iscritti e simpatizzanti del movimento. Tra i punti salienti c’è la proposta di ridurre o eliminare completamente i poteri del garante, e modificare il nome e il simbolo del movimento, in un tentativo di riallinearlo agli ideali e alle battaglie identitarie con cui è nato.

Queste modifiche vengono discusse in un’assemblea via videoconferenza da 330 iscritti al M5S sorteggiati, supportati da esperti, inclusi alcuni parlamentari. L’evento si suddividerà in 30 tavoli di lavoro nel corso di questo fine settimana, affrontando cruciali revisioni dei ruoli e dei poteri all’interno del movimento. Possibile anche una maggiore democratizzazione del processo decisionale, spostando alcuni poteri dal presidente del movimento (Conte) a meccanismi più collegiali.

Inoltre, si discute il ruolo del comitato di garanzia, che include figure come Roberto Fico, Laura Bottici, e Virginia Raggi. Fonti interne vedono in Roberto Fico un possibile beneficiario di un ridimensionamento dei poteri di Grillo, specialmente in contesti politici regionali complessi come la Campania.

Il documento finale, che includerà tutte le proposte di modifica, sarà votato dopo l’assemblea del 23 e 24 novembre a Roma. La decisione ultima, però, potrebbe essere complicata da possibili richieste di ripetizione del voto da parte di Grillo, che potrebbero richiedere la partecipazione della maggioranza assoluta degli iscritti.

 

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