(WSC) ROMA – Ormai sembra abbastanza chiaro quel che è successo nelle ultime settimane alla politica italiana. Conte e il suo governo a maggioranza giallo-rossa sono stati tolti di mezzo per due principali motivi:
1) garantire l’atlantismo dell’Italia, su cui Conte non dava segni di essere così determinato, il che vuol dire tutelare gli interessi economici degli Stati Uniti;
2) spacchettare e dividere il M5S, che in Parlamento ha tuttora la maggioranza dei seggi, in modo da non avere sorprese per l’elezione del presidente della Repubblica l’anno prossimo, tenendo conto anche del semestre bianco.
Infatti con le spaccature interne al Movimento, e le fughe di molti pentastellati al gruppo misto, la maggioranza al Senato è adesso ribaltata, con 111 seggi per il centro destra contro 108 per M5S, Pd, Leu. Il panorama con Draghi a Palazzo Chigi è drasticamente cambiato.
In questo scenario Paolo Gentiloni, commissario UE all’economia, ha avuto un ruolo determinante nel passaggio dal governo Conte-2 a quello di Mario Draghi, che praticamente è un Conte-3 ma più a destra:
“è evidente dalle sue mosse negli ultimi mesi, dalle nomine nel nuovo esecutivo e, ora, anche dalle sue parole”, scrive il Fatto Quotidiano.
In una lunga intervista rilasciata ieri a La Stampa il commissario Ue chiarisce perché l’ex presidente della Bce è a Palazzo Chigi e per fare cosa.
Ecco cosa scrive Il Fatto:
Draghi – secondo Gentiloni – dà maggiori garanzie sulla collocazione internazionale dell’Italia, insomma piace di più agli Usa: “Il governo Draghi è fortemente atlantista ed europeista”, mentre Conte da premier gialloverde aveva “avuto alcune gravi sbandate. Il nuovo governo ha ora le carte in regola non solo per farsi accettare, ma anche per farsi valere in Europa. Una differenza notevole”. Per non fare che un esempio, “l’atlantismo” di Draghi conterà assai su una partita come quella del 5G, centrale nel Recovery Plan, che gli americani vogliono “depurare” della presenza cinese: le deleghe sul tema a Giancarlo Giorgetti e Vittorio Colao – che Gentiloni già “impose” a Conte ai tempi della famigerata task force – sono una garanzia per Washington.