I giornalisti devono tornare ad alzare la voce per difendere la credibilità dei media e del loro lavoro di informazione nell’interesse dei lettori e della democrazia: allontanando così il rischio dell’uso di fake news, previsioni e ipotesi irrealistiche per sostenere interessi politici, economico-finanziari, lobbistici o comunque di parte.
E’ questa la conclusione che si può trarre dall’esito dell’iniziativa del corrispondente da Bruxelles del Corriere della Sera, Ivo Caizzi, di chieder conto al direttore Luciano Fontana – tramite il Comitato di Redazione – di una prima pagina aperta dando il massimo risalto a una “notizia che non c’è”: una inesistente procedura europea per deficit contro l’Italia.
Dopo che Senza Bavaglio aveva rivelato questa richiesta sindacale(https://www.senzabavaglio.info/2019/01/07/corsera-il-corrispondente-da-bruxelles-a-cdr-e-redazione-difendiamo-la-credibilita/) , si era sviluppato un ampio dibattito sul caso Caizzi-Fontana e sulla credibilità del Corriere, che ha convinto il direttore a dimostrarsi più prudente nel dare risalto a previsioni e commenti contro l’Italia nella tornata successiva, conclusasi nel luglio scorso, ancora senza procedura europea per deficit.
Lo stesso Caizzi, in agosto, in un messaggio alla redazione riportato qui sotto, ha segnalato che successivamente Fontana ha gestito l’argomento affrontandolo più in linea con la storica attendibilità del quotidiano di via Solferino.
Mentre in altri principali giornali (come Repubblica, Stampa, Messaggero), l’assenza di richiami interni sulla precedente procedura europea inesistente ha consentito ai direttori di dare ancora ampio risalto a previsioni/anticipazioni poi risultate infondate.
Repubblica è arrivata ad aprirci due volte la prima pagina (foto 1 e 2).
Questi esempi possono fare comprendere perché rinunciando a un’informazione attendibile, libera, autorevole, indipendente i giornali continuano a perdere pesantemente copie e in prospettiva futura rischiano addirittura di scomparire.
fonte: Senza Bavaglio
twitter @sbavaglio
Ecco il messaggio inviato in agosto da Ivo Caizzi alla redazione del Corriere dela Sera:
Care/i colleghe/i
Le dimissioni anticipate del Comitato di Redazione mi convincono a trarre io conclusioni sommarie e a chiudere qui la pratica sindacale a tutela della credibilità del Corriere, aperta il 31 dicembre 2018 con la mia richiesta di risposte del direttore Fontana sul “caso Procedura UE” (prevista in prima pagina con il massimo risalto e mai esistita).L’ampio dibattito che ne è scaturito credo consenta di ribadire che:
• L’anticipazione di una “notizia che c’è” (e poi emerge davvero) va definita “scoop”, mentre l’anticipazione di una “notizia che non c’è” (e poi nemmeno si verifica) è – nel migliore dei casi – una “previsione sbagliata” (oppure in gergo anche “bufala”).• Le procedure d’infrazione UE per deficit le decidono i ministri dell’Eurogruppo/Ecofin dopo aver ricevuto la proposta dai 28 commissari europei. Nel caso in questione non c’era stata la proposta della Commissione (Rapporto 126.6), né naturalmente la decisione dei ministri. Né mai ci sono state successivamente.• Un quotidiano indipendente di qualità non dovrebbe aprire la prima pagina con una previsione, specie se già ad altissimo rischio di rivelarsi sbagliata (e meno che mai se “vecchia” in quanto azzardata precedentemente da giornali di parte).• Il vasto “al lupo al lupo” mediatico all’estero e in Italia, sulla eventuale futura procedura d’infrazione, complessivamente potrebbe aver influito sullo spread sui titoli di Stato italiani (a vantaggio anche degli speculatori tipo il noto Soros).• Era giusto sollevare il problema della credibilità del Corriere con il direttore, tramite la rappresentanza sindacale, anche perché sulla prima pagina dell’1 novembre 2018 si era incredibilmente arrivati a ben tre “previsioni sbagliate” (ringrazio colleghe/i di Cronache ed Esteri per l’individuazione delle altre due).Concludo con l’effetto positivo. Nella successiva eventuale futura procedura UE , il direttore Fontana è risultato più prudente nel risalto dato a previsioni e opinioni “anti-Italia”. Come esempi segnalo un elenco di paginate con titolazioni da “al lupo al lupo”, che coinvolgono soprattutto Repubblica, Stampa e Messaggero ( https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/notizia-procedura-rsquo-infrazione-era-fortemente-esagerata-207697.htm ).
E che pure l’esposizione al pubblico ludibrio delle “firme” distintesi nell’anticipare la “procedura che non c’è” (e che non ci sarà ) stavolta si è concentrata principalmente su Repubblica
(https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/07/04/e-rinviata-la-bufera/5299897/ ).Ivo Caizzi