La Francia nei guai fino al collo

La crisi di Parigi si avvita su sé stessa: non ha un governo, non ha un bilancio ed è politicamente bloccata. Solo e indebolito, Macron non rinuncia a dare le carte. Discorso tv senza il nome del nuovo premier: decido a breve. La colpa della crisi? Degli altri.

Emmanuel Macron non soltanto è determinato a restare fino all’ultimo giorno di mandato presidenziale, ovvero fino al 2027, escludendo quindi le dimissioni, ma non esita a schierare un “governo di interesse generale” con armi quali “una legge speciale” per prorogare la finanziaria 2024.

Furioso contro le “estreme unite in un fronte antirepubblicano”, il capo dell’Eliseo – che in diretta tv non ha annunciato il nome del prossimo premier anticipando solo che sceglierà “nei prossimi giorni” – ha invocato una coalizione allargata a tutti i partiti, che avrà il compito di unire «tutte le forze dell’arco politico che si impegnano a non censurare» un governo di «interesse generale».

E adesso? Macron non si sente responsabile del caos attuale, ha chiarito che ha ancora trenta mesi davanti a sé, quindi che non si dimetterà come alcuni chiedono. L’esempio, neanche a dirlo, è la “nuova” Notre-Dame che sarà riaperta domani, «l’abbiamo fatto», «ognuno aveva un ruolo essenziale», «è la prova che sappiamo fare», come con i Giochi Olimpici. «Dobbiamo fare la stessa cosa con la nazione», un governo che «saprà trovare i compromessi, il rispetto» reciproco. Contro «l’irresponsabilità» di chi ha scelto il «disordine» e il «caos». Principalmente «l’estrema destra» (il termine torna), con l’estrema sinistra.

Ma la caotica situazione francese è espressa egregiamente dall’immagine scelta per la copertina dell’Economist:

Francia, aumenta deficit partite correnti a ottobre

 

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