La due giorni del Movimento 5 stelle a Napoli ha rappresentato gli equilibri del M5s a dieci anni dalla nascita e dopo un mese del governo Conte 2. Una tappa politica vissuto come un crocevia importante, viste le tante polemiche e malumori che hanno accompagnato l’accordo con i nemici giurati dell’establishment del Partito Democratico (PD).
Il leader unico rimane il garante e fondatore Beppe Grillo. Subito dietro si posiziona il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rinato nell’esperienza post Salvini. Luigi Di Maio attraversa invece un periodo delicato. Per lui “la tregua non c’è e dovrà fare i conti con malumori e dissidenti”, si legge sul Fatto Quotidiano i cui giornalisti hanno presenziato alle sfilate sul palco dell’Arena Felgrea per la quinta edizione di Italia 5 Stelle.
Più lontano dai riflettori invece è rimasto Davide Casaleggio, il figlio del cofondatore Gianroberto. “Anche se questa volta non si è risparmiato commenti politici”, si legge sul quotidiano. Tra i leader c’è anche il presidente della Camera Roberto Fico che resta “il movimentista per eccellenza”, come lo definisce Martina Castigliani sul Fatto Quotidiano. È lui che potendo agire dall’interno delle istituzioni sta tentando di incanalare le polemiche intestine al M5S.
Grillo è stanco di fare da paciere tra i suoi “ragazzi”
Dopo il calo dei consensi degli ultimi mesi, la formazione politica partecipativa – nata dal basso e dalle liste civili regionali, poi cresciuta con gli anni sul blog di Grillo e con i meet-Up – non può che provare a rilanciarsi con un incontro con gli attivisti. L’appuntamento annuale è un “termometro capace di raccontare come vanno le cose” in un M5s che per sua stessa natura racchiude più anime al suo interno.
Il primo grande appuntamento è stato quello di Roma nel 2014. Allora l’ambiente era molto diverso con la base del M5s che “festeggiava incredula l’ingresso in Parlamento”. Per Grillo fu un trionfo totale: “planò sulla folla con una gru e fece uno dei comizi a mezz’aria”. I successi di allora sembrano un lontano ricordo, tuttavia.
Dopo vennero Imola (2015) e Palermo (2016), “la fase dell’opposizione difficile e senza risultati, ma pure quella dei primi tentativi di organizzarsi con direttori e cabine di regia subito falliti. Poi Rimini, anno 2017: Di Maio incoronato leader con Fico che si rifiuta di salire sul palco”.
Grillo dice di essere stanco di interpretare il ruolo di paciere stando dietro alle liti dei suoi “ragazzi”. Neanche il tempo di capire chi sono e dove vanno, che si arriva all’anno scorso: la prima esperienza del M5S (primo partito) al governo. Non un governo qualsiasi, peraltro, ma quello delle forze anti establishment a fianco del popolare Matteo Salvini e della Lega “della manina”.
M5S, militanti della prima ora si riprendono il partito
“Forse la più dura: la gente si presentò comunque e tanta, tutti in difesa della comunità. Ma, ora lo possono dire, erano tesi e pronti a cercare una via d’uscita. Anche per questo Napoli 2019 sarà ricordato come un sospiro di sollievo, una specie di vacanza da preoccupazioni e nervosismi: la comunità del Sud, quella dei militanti della prima ora, non ha deluso ed è venuta a dare il suo abbraccio”.
Stando alle cifre condivise dagli organizzatori, in 25mila si sono presentati il primo dei due giorni, con 5mila e 500 prenotati per lo spettacolo della sera. Il M5s ha celebrato i 10 anni di vita con decine di agorà: cittadini e portavoce si sono radunati in cerchio, proprio come facevano un tempo.
Tutti hanno potuto partecipare alle discussioni sulla linea strategica e politica del futuro, facendo capire che “il M5s sono loro” e che “questo Beppe Grillo lo sa”. Certo, sottolinea Castigliani, “i malumori per la gestione Di Maio ci sono e tanti”, con gli assenti che continuano a farsi sentire.
“Ma visto dal basso dei gazebo mentre Fico parla al suo Meetup di sempre con un microfono che “gratta”, il buio dei palazzi romani sembra lontanissimo”.