Meloni da Trump, che farsa. Sarebbe bastata una telefonata

Ormai la politica è solo a uso e consumo dei media. Non c’era assolutamente bisogno che Giorgia Meloni volasse negli Stati Uniti per raggiungere la residenza di Donald …

Ormai la politica è solo a uso e consumo dei media. Non c’era assolutamente bisogno che Giorgia Meloni volasse negli Stati Uniti per raggiungere la residenza di Donald Trump a Mar-a-Lago, essendo Trump il presidente eletto che non sarà in carica se non dal mezzogiorno del 20 gennaio. Nessuna urgenza quindi giustifica la missione super segreta, organizzata nel massimo riserbo a due settimane dall’insediamento del repubblicano alla Casa Bianca e che anticipa di qualche giorno la visita di Joe Biden a Roma prevista per il 9 gennaio.

Niente che abbia attinenza al buon senso permette di giustificare questo viaggio segreto servile, una photo-op non necessaria e inopportuna utile solo a ribadire sudditanze psicologiche ed economiche di un alleato senza voce in capitolo. Anche perché la premier avrebbe potuto essere presente alla cerimonia dell’Inauguration Day di Trump il 20 gennaio. Meloni invece non ci sarà per non condividere il palco con il vice premier Matteo Salvini, concorrente sfrontato e senza scrupoli, già eccitato all’idea della trasferta a Washington.

E veniamo alle veline. La stampa di regime mette in evidenza che alla base dell’improvviso viaggio di Giorgia negli Stati Uniti ci sia la vicenda della giornalista italiana Cecilia Sala detenuta nel carcere di Evin a Teheran.

I due leader, scrive infatti il New York Times citando una fonte anonima, hanno anche parlato del caso. Secondo la fonte citata dal Nyt, la premier Meloni avrebbe insistito con forza per affrontare la questione. “Giorgia Meloni ha davvero preso d’assalto l’Europa”!, ha affermato il presidente eletto, secondo quanto riferisce su X il reporter del Wall Street Journal Alex Leary.

“È molto emozionante, sono qui con una donna fantastica, il primo ministro italiano”, ha detto Trump di Meloni, prima di elogiarla affermando che ha “preso d’assalto l’Europa”. “Grande alleata, leader forte, ha invece ribadito il futuro segretario di Stato Marco Rubio su Giorgia Meloni quando è stato chiamato sul palco a Mar-a-Lago Donald Trump, dandole il benvenuto in Florida.

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Possibile poi che tra i temi sul tavolo abbia trovato spazio anche quello legato alle guerre in Ucraina e Medioriente, la questione dei dazi e più in generale il rapporto Usa-Ue con Meloni che punta a essere un ponte tra l’Europa e la nuova amministrazione targata Trump.

Concluso il viaggio di Meloni negli Usa da Trump

L’aereo di stato della presidente del Consiglio era decollato sabato mattina poco dopo le 11 e, dopo una scalo tecnico all’aeroporto internazionale di Shannon, in Irlanda, ha ripreso il viaggio che intorno alla mezzanotte italiana è atterrato negli Stati Uniti. Dopo le 23 locali (le cinque del mattino di oggi in Italia) lo stesso aereo ha lasciato la Florida decollando dall’aeroporto di Palm Beach alla volta di Roma.

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