I titoli del tesoro USA stanno suonando da tempo l’allarme sulle prospettive economiche globali, e questa potrebbe essere la settimana in cui gli investitori istituzionali e privati che hanno privilegiato un portafoglio azionario inizieranno finalmente, forse, a prestare attenzione.
Il rendimento del T-bond a 10 anni è sceso di 11 punti base la scorsa settimana all’1,471%. Questa è la chiusura settimanale più bassa dal luglio 2016 e uno degli otto casi in cui il rendimento del benchmark ha chiuso sotto quota 1,5%.
Con il coronavirus che si diffonde a livello globale e la preoccupazione che aumenterà di giorno in giorno, anche riguardo all’impatto economico del virus che sarà profondo e sostenuto, sembra probabile che il rally dei titoli sovrani statunitensi si estenderà fino a toccare di nuovo il record assoluto fissato a poco meno dell’1,32% (risale al 6 luglio 2016 ).
I rendimenti dei bond USA sono già calati molto in seguito alla tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina. Considerato il calo dei numeri relativi al settore manifatturiero PMI della scorsa settimana e le aspettative di ulteriori difficoltà economiche, l’indice S&P 500 sembra quindi essere salito in modo eccessivo, anche alla luce del fatto che la scorsa settimana ha chiuso con +12% rispetto ai livelli del 30 settembre. Comunque, il grafico qui sotto (tratto da Bloomberg) racconta più di diecimila parole:
aggiornamento delle 16:00
La corsa ai beni rifugio innescata dal coronavirus fa crollare i rendimenti dei Treasury a 10 anni all’1,36%, ai minimi dal 2016 e a un passo dai minimi storici. Allo stesso tempo balzano le chance di un taglio dei tassi di interesse da parte della Fed, con i future che indicano un costo del denaro all’1% alla fine dell’anno rispetto alla forchetta attuale dell’1,5-1,75%