Uno studio recente rivela un fenomeno inquietante: il 54% dei giovani americani tra i 18 e i 35 anni afferma di avere sogni influenzati da contenuti pubblicitari. Condotto da The Media Image, con un campione di 1.101 partecipanti tra il 2 e il 3 gennaio 2025, lo studio evidenzia che il 38% di essi vive regolarmente questa esperienza, da episodi mensili a quotidiani. Questo dato si inserisce in un contesto in cui l’American Marketing Association aveva già segnalato, nel 2021, l’intenzione del 77% delle aziende di sperimentare pubblicità nei sogni entro il 2025.
Il fenomeno, oltre ad essere eticamente controverso, sembra influenzare concretamente i comportamenti di consumo: un terzo degli intervistati ammette di aver acquistato prodotti o servizi promossi in sogno, un tasso di conversione che rivaleggia con quello delle campagne pubblicitarie tradizionali. Brand come Coca-Cola, Apple e McDonald’s compaiono frequentemente nei sogni, una tendenza che gli esperti di Harvard attribuiscono al processo di “riattivazione della memoria” durante il sonno, che riflette l’esposizione quotidiana a questi marchi.
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Particolarmente preoccupante è l’accettazione di questa nuova frontiera del marketing. Il 41% degli intervistati si dichiara disposto a tollerare pubblicità nei sogni in cambio di sconti, sollevando questioni etiche sullo sfruttamento della vulnerabilità mentale. Nonostante ciò, il 68% non sarebbe disposto a pagare per un’ipotetica tecnologia in grado di mantenere i sogni liberi da annunci, anche se un 32% considera l’idea di un “dream-ad blocker” una soluzione interessante.
La ricerca arriva in un momento in cui il bombardamento pubblicitario è già estremo, con gli americani esposti fino a 4.000 annunci al giorno. Il sonno, ultimo spazio libero da intrusioni commerciali, rischia di essere eroso, aprendo un dibattito urgente su privacy e benessere mentale.
Questo scenario richiama l’esperimento pubblicitario di Coors Light, che ha spinto diversi studiosi a firmare un appello pubblico contro l’infiltrazione dei sogni. Senza una regolamentazione adeguata, la manipolazione del subconscio potrebbe trasformare i sogni in un nuovo terreno di conquista per il marketing, minando la salute psicologica e i diritti dei consumatori. Lo studio lancia un monito chiaro: il futuro della coscienza umana è a rischio se non si interviene tempestivamente per proteggerlo.