In Italia sono oltre 600.000 i malati di Alzheimer, molti dei quali (il 18% secondo una ricerca Censis-Aima del 2016) vivono da soli con una badante, con costi diretti per l’assistenza di circa 11 miliardi di euro l’anno, di cui il 73% a carico delle famiglie. Ma esiste uno strumento che possa ridurne gli effetti? Sì.
Ballare il tango, ad esempio, può essere una terapia per chi soffre di questo terribile morbo. Almeno secondo le ricerche condotte da Olitango, l’associazione impegnata nell’uso del tango per la prevenzione della fragilità sociale e per la promozione del benessere e della salute, e l’Associazione di ricerca e assistenza delle demenze (Arad onlus), che dal 2013 mette in campo dei punti di assistenza e ascolto per le persone malate di Alzheimer e per i loro caregiver chiamati Caffè Alzheimer.
Le due associazioni hanno infatti unito le forze per dare vita a un progetto, il primo a Bologna, per consentire a chi soffre di Alzheimer di ritrovarsi e sentirsi meno solo con i passi del tango argentino, intitolato “Tango Caffè – Non ti scordar di me”. L’iniziativa, già messa in pratica a Ferrara (progetto pilota per l’Emilia-Romagna) e in fase di sperimentazione a Bologna, è supportata da una rete di partner che comprende Ausl di Bologna, Asp Città di Bologna, Auser Volontariato Bologna, Aics Comitato provinciale di Bologna, Croce rossa italiana Comitato provinciale di Bologna, Profutura, Quartiere Savena di Bologna, Circolo Arci Benassi, Associazione Meg, Associazione Riabilitango di Milano e associazione Ama di Ferrara.
L’Ausl di Bologna ha inoltre favorito il progetto inserendolo tra le attività di sostegno della fragilità degli anziani e di prevenzione della non autosufficienza del servizioE-care per il 2017. Ma perchè proprio il tango? “La tangoterapia è nata nel 2008 in Argentina ed è già stata adottata con successo come terapia per il morbo di Parkinson, ma sempre con singoli pazienti. Finora è stata raramente sperimentata su gruppi di persone – spiega Maria Calzolari di Olitango – il tango è una danza che prevede molti passi e movimenti che possono stimolare chi soffre di Alzheimer a recuperare alcune capacità motorie fondamentali come l’equilibrio, l’allungamento, la postura e la coordinazione”.
Non tutti i passi del tango rientrano nelle lezioni organizzate dai maestri di Olitango, ma solo una selezione di quelli che possono essere più utili nella riabilitazione secondo il metodo Riabilitango, già sperimentato con successo all’ospedale San Giuseppe di Milano.
Un modo, quindi, che può essere di forte giovamento a chi è malato di Alzheimer e che tende a perdere la memoria, le abilità motorie e le capacità di rapportarsi con l’altro. Durante gli incontri, i partner dei partecipanti saranno i loro caregiver, parenti, amici o badanti, che saranno il loro supporto per tutta la durata del progetto.
Da fine settembre a metà dicembre, saranno 11 le lezioni di tango per 15 partecipanti indicati da Arad onlus tra gli anziani che frequentano il Caffè Alzheimer, che prenderanno parte ciascuno con il proprio caregiver per 2 ore una volta alla settimana. Arad onlus terrà monitorate le reazioni e i progressi dei partecipanti, testandone le situazioni di benessere o depressione all’inizio e alla fine del percorso e dopo ogni incontro, con la presenza di una psicologa e con l’aiuto dei volontari che lavorano per l’associazione.