A gennaio, 24 stati e due province canadesi, Norvegia, Finlandia e Corea del sud, avevano segnalato casi di CWD- malattia da deperimento cronico, chiamato volgarmente “malattia dei cervi zombi”. Questa fa sì che gli animali come cervi e alci mostrino inizialmente segni di demenza, manifestandosi come difficoltà a camminare e mangiare, fino infine a morire.
Uno studio pubblicato sulla rivista Emerging Infectious Diseases in agosto ha dimostrato che i prioni di un animale malato potrebbero infettare le cellule umane in una capsula di Petri, per cui gli esperti sono preoccupati che la CWD possa fare il salto agli umani.
“È probabile che i casi umani di malattia da deperimento cronico associati al consumo di carne contaminata saranno documentati negli anni a venire”, Michael Osterholm, direttore del Centro per la ricerca e la politica sulle malattie infettive, ha detto alla legislatura del Minnesota all’inizio di questo mese. “È possibile che il numero di casi umani sia sostanziale e non si tratti di eventi isolati”.
Al momento ci tranquillizza l’idea che non siano stati segnalati casi di malattia su esseri umani, ma visto i precedenti, bisogna stare in guardia. Un’altra malattia da prione infatti- l’encefalopatia spongiforme bovina, meglio conosciuta come “malattia della mucca pazza” – ha fatto il balzo all’uomo dopo un focolaio nei bovini negli anni ’90, e le persone stanno ancora morendo a causa di esso.
Gli esperti stanno ora sollecitando i legislatori a investire nello sviluppo di test migliori per CWD – quelli in grado di rilevare l’infezione negli animali vivi, nel suolo e nei centri di elaborazione – per evitare uno scenario simile.
Fonte: Vox