Stati Uniti, debito a 34,6 trilioni di dollari. E il Congresso ignora

La proposta di una commissione parlamentare bipartisan sembra morta, soffocata dall’opposizione sia di destra che di sinistra.

WASHINGTON – È ormai giunto il momento, affermò in ottobre il neoeletto presidente della Camera Mike Johnson, di istituire una commissione bipartisan per affrontare il crescente debito del governo federale pari a 34,6 trilioni di dollari. “Le conseguenze se non agiamo ora saranno catastrofiche”, disse Johnson, facendo eco agli avvertimenti del suo predecessore e di altri repubblicani della Camera.

Più di sei mesi dopo, la proposta sembra morta, soffocata dall’opposizione sia di destra che di sinistra. Del colossale debito della superpotenza economica n.1 al mondo sembra non interessi nessuno.

Ciò sottolinea una dinamica tipica a Washington, con i legislatori di entrambi i partiti restii a considerare i compromessi impopolari che sarebbero necessari per arginare la crescente marea di debito della nazione, soprattutto in un anno elettorale.

Di fronte alla realtà che qualsiasi commissione fiscale suggerirebbe quasi certamente che gli americani paghino di più o ottengano di meno dal loro governo, i legislatori hanno fatto più e più volte quello che sanno fare così bene: sottoporre il problema al prossimo Congresso. E sembrano pronti a farlo ancora.

Molti democratici e gruppi di pressione di sinistra si oppongono alla commissione perché temono che raccomanderebbe tagli ai benefici della previdenza sociale. Anche alcuni repubblicani e gruppi di destra sono contrari, temendo che il comitato raccomandi aumenti delle tasse. Hanno etichettato la commissione come una “trappola fiscale”. E il debito cresce, ormai ha superato i 34.600 miliardi di dollari.

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