ROMA (WSC) – Il debito pubblico italiano ha assunto proporzioni gigantesche e non cessa di aumentare. Tuttavia i cittadini italiani (soprannominati non a caso “Bot people”) tendono a fare incetta di titoli di Stato nazionali. Come dimostra il successo oltre le già alte aspettative dell’ultimo Btp Italia, che ha permesso al governo di rastrellare 22 miliardi e 300 milioni di euro.
Da parte loro gli investitori istituzionali hanno comprato 8 miliardi e 300 milioni del Btp Italia che scade a maggio 2025. Gli ordini sono stati pari a circa 19 miliardi e 500 milioni.
In periodi di crisi come quella attuale, è fisiologico che si scateni una corsa al risparmio generalizzata. È quanto sta avvenendo in tutta Europa e non solo da noi. A marzo, stando alle cifre della Bce, gli italiani hanno messo da parte 16 miliardi e 800 milioni. Per ripartire, l’economia ha però bisogno di consumi. E la crisi prolungata sta cambiando le abitudini dei consumatori.
“Più a lungo durerà la modalità ‘slow mode’, più i cambiamenti nelle abitudini dei consumatori resteranno ancorate nel comportamento dei cittadini”, avverte sul Financial Times Ludovic Subran, chief economist di Allianz.
Secondo le previsioni di Amundi (scenario peggiore dell’ultimo Investment Talks) il debito pubblico della terza economia dell’area euro continuerà a gonfiarsi fino a raggiungere il 165% del Pil nel 2020. Lo scenario tiene conto di una contrazione del Pil del -12%. Sembra enorme, ma è una stima più ottimista di quella di Bankitalia (-13% nel caso peggiore).
Debito Pil visto al 165% ma Btp Italia “miglior collocamento di sempre”
Alla fine di tre giorni di collocamento alla clientela retail del titolo volto a finanziare gli sforzi dell’Italia per ripartire, le richieste giunte dai piccoli risparmiatori per il Btp Italia indicizzato all’inflazione quinquennale si erano attestate a 14 miliardi di euro. Già quello era un record dalla nascita del Btp Italia.
“È stato il miglior collocamento alla clientela retail di sempre“, dice a Reuters una fonte interna del Tesoro.
Il ricavato dall’emissione dell’obbligazione inflation-linked, che ha riscontrato molto più interesse rispetto allo scorso collocamento di ottobre, servirà al governo per controbilanciare l’impatto negativo della crisi Covid-19 sull’economia italiana.
Come sostengono i banchieri centrali, se i risparmi messi da parte verranno usati per comprare titoli del debito sovrano che i governi stanno emettendo per finanziare le misure anti crisi, allora potrebbero avere un impatto positivo.
Ma la riluttanza dei consumatori a spendere i soldi risparmiati in questa fase, visto anche il permanere delle incertezze, rischia di privare le aziende retail europee colpite dalla pandemia della spinta necessaria per risalire la china dopo la recessione più grave del Dopoguerra.
Risparmiatori italiani: un atto di fiducia mal riposta?
Il debito pubblico è destinato a espandersi ulteriormente, secondo le stime di Bankitalia. Complice il calo record del Pil, che potrebbe toccare anche il -13% (scenario peggiore dell’istituto centrale di Via Nazionale), il rapporto debito Pil è visto esplodere.
Ma i cittadini continuano ad avere una fiducia cieca nel loro paese e nelle autorità che lo governano. Investendo in titoli di Stato gli italiani sostengono il debito e “dimostrano così fiducia e sostegno al nostro paese che vuole uscire presto da questa crisi, più forte di prima”, ha dichiarato su Twitter il ministro italiano dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri.
Dopo mesi estremamente difficili, la gente vede probabilmente avvicinarsi l’uscita fuori dal tunnel. La speranza è che dopo la scossa tettonica del 2020, il 2021 sarà un anno di ripresa come stimano la maggior parte degli economisti e il governo. Questo ragionamento non tiene conto di un problema: la situazione pericolante appena descritta delle finanze pubbliche.
Il calo del 6% delle entrate previsto per il 2020 non ha precedenti almeno negli ultimi 50 anni. E nel 2021 solo una parte di questo gettito verrà recuperata, con un incremento atteso attorno al 4% nonostante la disattivazione delle clausole su Iva e accise.
Btp Italia indicizzato all’inflazione, un favore alle banche
Il nuovo Btp Italia senza commissioni per il retail ha riscontrato un successo senza precedenti a un costo relativamente basso per l’Italia. L’emissione rende un grosso favore alle banche. Il costo per le casse statali non è stato di 1,4% come si legge sui media mainstream, bensì di quasi 1,5%.
Bond: ecco tutti i pro e contro del nuovo Btp Italia Coronavirus
All’1,4% di facciata va aggiunto un rebate concesso agli istituti di credito dello 0,5% per la tranche retail. Lo sconto viene pagato upfront, da spalmare sulla durata. All’emittente il bond è dunque costato circa il 1,48% (senza contare l’eventuale rebate a chi li tiene a scadenza).
Va ricordato che i Btp Italia collocati al retail via una banca scontano solitamente uno 0,5% a favore dell’istituto. È da ritenere per lo più una commissione per l’accesso a un mercato finanziariamente castigato. Oltre allo 0,5% sulla parte piazzata “al dettaglio”, va poi aggiunto uno 0,075% su tutto (diviso tra dealer e co-dealer). In totale si calcolano 86,7 milioni di commissioni.