Auto: il problema non è l’elettrico, come alcuni vogliono farci credere

Riccardo Ruggeri, ex top manager Fiat, ha detto qualche giorno fa una grande verità: “Ora è tutto chiaro: la direttiva Ue 2035 non si può attuare ma, al contempo, non si può neppure cancellare”.

di Gianluca Pellegrini, direttore di Quattroruote

Riccardo Ruggeri, ex top manager Fiat e ora editore e commentatore, ha detto qualche giorno fa una grande verità: “Ora è tutto chiaro: la direttiva 2035 non si può attuare ma, al contempo, non si può neppure cancellare”. Dopo esserci fatti del male, ora siamo bloccati in una situazione di stallo dalla quale è pressoché impossibile uscire. Bruxelles non ha la minima intenzione di far saltare il 2035, e fa melina sulla storia delle multe 2025: probabilmente le toglierà, ma intanto vuol punire con qualche mese di brivido chi fino all’altro ieri ha festeggiato bilanci di fenomenale ricchezza.

Peraltro, e forse mi sbaglio, nell’aria sento dubitare dell’entità delle possibili sanzioni: qualcuno pensa che la cifra dei 15 miliardi stimata da ACEA sia esagerata, così come lo sarebbero le potenziali ripercussioni sul mercato (Prevost di Renault ha detto all’assemblea Anfia che se il meccanismo Cafe rimane immutato l’anno prossimo saltano 3 milioni di immatricolazioni!). Certo è che Musk diventerà ancora più ricco vendendo a destra e a manca i crediti green.

Per arginare una crisi va bene tutto e sono d’accordo, per quanto possa contare il mio giudizio, che ‘ste multe vadano tolte. Se lo si fa, però, le Case europee devono non lucrare su quanto avranno risparmiato, bensì investire in innovazione per rimettersi a fare prodotti competitivi a livello globale, cosa che io credo si possa ancora fare. Altrimenti avremo perso altro tempo prezioso.

Honda e Nissan, accordo per fusione: verso terzo polo mondiale dell’automotive

Intanto, ripartono le grandi manovre di consolidamento (Nissan-Honda, con Foxconn a rompere le scatole, probabilmente perché vede tutti parlare di Huawei e Xiaomi come delle nuove Tesla) e l’amico Imparato presenta il piano industriale di Stellantis: “Certo, è naturale chiedersi perché si sia atteso di arrivare a una produzione di appena 300 mila auto l’anno per mettere mano a un tessuto industriale compromesso.

Ed è a questo punto legittimo pensare che effettivamente Tavares fosse l’elemento di ostacolo a una rifocalizzazione strategica di Stellantis in Italia. Non rimane che sperare che i modelli presentati nel piano prodotto siano davvero fatti e vendano bene, se no qualsiasi dichiarazione d’intenti rischia di restare lettera morta. Come è accaduto in passato”.

E no, il problema non è l’elettrico, come alcuni – compresi quelli che mi invitano in tv per farmelo dire e così contribuire alla gazzarra (infatti cortesemente declino) – vogliono farci credere.

 

Dall’editoriale di Quattroruote di gennaio 2025, pubblicato su LinkedIn.

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