Le case automobilistiche stanno fermando le produzioni in quasi tutto il mondo, visti i rischi di contagio tra gli operai ma anche a causa dell’impossibilità di vendere macchine o anche solo di mandarle ai vari rivenditori.
Nel settore si temono, come in tanti altri, le conseguenze della pandemia.
La riunione con Merkel
In particolare quello tedesco, piuttosto che sentirsi rassicurato del fatto che in Germania l’impatto del coronavirus su salute pubblica ed economia si stia facendo sentire con meno forza, chiede al governo di Angela Merkel di avere un approccio e una visione più europea.
Gli amministratori di Bmw, Daimler e Volkswagen hanno tenuto mercoledì una riunione di crisi, via call, con la cancelliera tedesca per discutere di come riavviare la produzione. Una fonte Volkswagen ha riferito a Reuters che le case automobilistiche hanno concordato che è necessario un approccio a livello di Unione europea per ripartiree.
“Non aiuta se un Paese avanza e poi tutto in Italia o in Spagna è ancora fermo”, ha affermato all’agenzia, aggiungendo che uno scenario del genere comporterebbe lacune nella catena di approvvigionamento.
20mila operai in cassa integrazione
Al momento la Bmw ha notificato all’Agenzia federale del lavoro (Ba) di aver posto in cassa integrazione circa 20 mila dipendenti, in conseguenza della crisi provocata dalla pandemia di coronavirus, una scelta necessaria ad avviare lo stanziamento del relativo sussidio per i lavoratori.
In precedenza, a causa della crisi del coronavirus, Bmw aveva temporaneamente sospeso le attività dei suoi impianti in Europa. L’arresto della produzione al momento è programmato fino al 19 aprile prossimo.