Meloni fallisce in Europa, Italia trattata da paria

Strapuntino per la premier italiana, che avrebbe ricevuto garanzie di una vicepresidenza esecutiva per negoziare sulle deleghe. Giorgia punta a bilancio, coesione e Pnrr. Il patto di maggioranza tra popolari, socialisti e liberali blinda Ursula VDL bis.

A Bruxelles è stato raggiunto l’accordo per i vertici dell’Unione Europea e Giorgia Meloni è su tutte le furie, pronta a un gesto clamoroso, anche all’astensione al Consiglio Europeo che si riunisce domani per approvare le nomine.

La rabbia di Giorgia Meloni: “Pronta a un gesto clamoroso”

“Potevano aspettare il vertice che si apre domani per ufficializzare la decisione, potevano avere più rispetto per un Paese fondatore dell’Unione, hanno deciso di andare avanti senza di noi, a questo punto nulla è più scontato, nemmeno il sostegno parlamentare del gruppo Ecr a un secondo mandato di Ursula von der Leyen” dicono fonti di Palazzo Chigi.

Il patto tra popolari, socialisti e liberali

Il patto per le nomine era noto già dalla scorsa settimana, anche se per qualche giorno era in dubbio per un tentativo dei popolari di avere nomine maggiori. Poi alla fine tutto è rientrato. Il patto è stato negoziato tra i popolari con i socialisti e liberali europei. L’intesa prevede il secondo mandato per la popolare Ursula Von der Leyen come presidente della Commissione Europea. All’ex premier portoghese il socialista Costa sarà il presidente del Consiglio europeo mentre alla liberale ex premier estone Kaja Kallas il ruolo di supercommissario agli Esteri.

Meloni esclusa dalla trattativa

Nessuna intesa invece con i conservatori Ue dell’Ecr guidati da Giorgia Meloni. Ursula Von der Leyen dovrebbe trattare con lei in una riunione a porte chiuse. Secondo Bloomberg la premier italiana avrebbe ricevuto una garanzia di una vicepresidenza esecutiva per  trattare sulle deleghe. L’Italia punterebbe al bilancio, coesione e Pnrr.

Orban: Un accordo che semina divisione

Anche il premier ungherese Orban – dal primo luglio presidente di turno dell’Unione e reduce da un incontro con Meloni – è arrabbiato per un’intesa che non tiene conto delle destre europee: Quest’accordo – scrive su X – va contro tutto ciò su cui si fonda l’Ue.  Invece dell’inclusione,  semina la divisione. Gli alti funzionari dell’Ue dovrebbero rappresentare tutti gli stati membri, non solo la sinistra e i liberali”.

L’interrogativo della plenaria del parlamento europeo a metà luglio

Giorgia Meloni sarà oggi in Parlamento per le comunicazioni in vista del Consiglio Europeo di domani e venerdi. Bisogna vedere cosa succederà alla plenaria dell’Europarlamento previsto per metà luglio, quando a Ursula Von der Leyen e a Kaja Kallas servirà la maggioranza assoluta.

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